“Alessandria è una palestra di architettura del Novecento”, così l’ingegner Marco Neri descrive la città che ospita il nostro oggetto di ricerca. Si tratta del responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Alessandria che ha ricoperto l’importante ruolo di Responsabile Unico di Procedimento (RUP) per la realizzazione del ponte sul fiume Tanaro. L’incontro con l’Amministrazione pubblica è stato fondamentale per la ricerca e questa affermazione ha colpito l’attenzione del nostro team aprendo una nuova prospettiva di osservazione del progetto. Il ponte costruito sull'idea dell’architetto americano Richard Meier si aggiunge ad uno scenario che ospita numerosi interventi di progettisti che hanno segnato la cultura italiana ma non solo. Nel tempo la città ha ospitato opere di tre generazioni dei Gardella, oltre a quelle di Krier, Portoghesi, Libeskind nella contemporaneità ma anche grandi personaggi come Alfieri e Bertola nel Settecento.
Uno dei punti di forza del nostro lavoro di team consiste certamente nella grande collaborazione, in termini di comunicazione e disponibilità, ricevuta dall’Amministrazione del Comune di Alessandria. Dall’incontro con Marco Neri sono emersi dati che hanno confermato alcune nostre ipotesi e ci ha fornito alcune ulteriori informazioni sulla costruzione dell’infrastruttura.
Come ipotizzato nella prima fase delle nostre ricerche, l'osservazione dell’intervento di costruzione del ponte sul fiume Tanaro non può esimersi da una visione di insieme dei progetti dello stesso genere (per un totale di 13) che hanno interessato il territorio della città. Si tratta di una serie piuttosto numerosa di PISU (Progetti Integrati di Sviluppo Urbano) che agiscono in maniera davvero “integrata” in una visione unitaria di città.
In particolare la storia del “ponte Meier” ha origine da un evento che coinvolse la città di Alessandria nel 1994, una grande alluvione invase gran parte del centro abitato. Gran parte della responsabilità dell’esondazione del fiume Tanaro fu data alla presenza di una serie di ponti che ne ostruivano il percorso, tanto che, nel 1995 la Regione Piemonte decise di avviare una serie di lavori per la messa in sicurezza dei fiumi afferenti al bacino del Po. La vicenda del “nostro” ponte resta ferma fino al 2009 quando, a seguito dell’autorizzazione della Soprintendenza, si procede con la demolizione del vecchio ponte Cittadella. Naturalmente questo momento coincide con un effetto incredibile sull’opinione pubblica che si schiera in maniera molto netta a favore o contro questo atto così potente. Alessandria diventa luogo riconosciuto a livello nazionale e internazionale per le forti polemiche che coinvolsero anche personaggi noti come Vittorio Sgarbi.
Per un paio d’anni i lavori di ricostruzione hanno tardato a cominciare ma, dal 2011, Richard Meier viene incaricato della progettazione del ponte così come oggi lo conosciamo. La costruzione dell’infrastruttura è durata anni e la sua inaugurazione è avvenuta nel 2016. Nel frattempo la città ha subito numerosi interventi relativi alla serie di progetti integrati, di cui si parla all’inizio di questo articolo, che avevano l’obiettivo di creare un legame tra le parti di città a cavallo del fiume Tanaro.
Durante le nostre ricerche, dialogando con l’ing. Neri, abbiamo anche trovato una risposta plausibile alla nostra domanda iniziale: perché proprio Richard Meier per progettare il nuovo ponte sul fiume Tanaro? Ci è stato raccontato lo scenario che, nel 1994, si presentava agli occhi dell’Amministrazione e della popolazione: una serie di nuovi ponti venivano costruiti e molti erano i lavori di messa in sicurezza delle sponde. In questo contesto l’allora Sindaco Francesca Calvo aveva dimostrato la volontà di lasciare un “segno” nel nostro territorio, qualcosa che aiutasse la città a ritrovare una sua dimensione economica e sociale. Alessandria si trova al centro del triangolo industriale (Torino/Milano/Genova) ed essa stessa è stata polo di grandi aziende tra le quali ricordiamo, in particolare, la famosa fabbrica Borsalino che aveva caratterizzato la fortuna economica della città per lungo tempo.
L’idea di far diventare un evento calamitoso un momento di vera rinascita per la città, ha suggerito di provare a percorre la via che, negli stessi anni, altre realtà europee stavano vivendo. Tra il 1990 e il 1997, a Bilbao, Frank O’Gehry veniva incaricato di costruire il Museo Guggenheim e Santiago Calatrava si occupava della costruzione di un ponte strallato. in Spagna questi interventi di architettura contemporanea portarono grande fortuna all’indotto turistico ed economico di Bilbao e Alessandria voleva provare a realizzare altrettanto.
Per il progetto furono contattati alcuni dei più importanti architetti del periodo: Renzo Piano, Frank O’Gehry, Richard Rogers e Richard Meier. Proprio quest’ultimo accettò l’incarico e, come messo in evidenza anche dallo stesso Neri, si trova a completare un percorso progettuale che ha coinvolto la città sin dall’inizio del Novecento: i Gardella erano figli del razionalismo europeo e Meier era figlio della corrente razionalista americana. L’archistar che progettava il ponte avrebbe potuto affiancare la sua opera ad altri esponenti di fama internazionale attirando l’attenzione e l’interesse di un ampio pubblico.
In tutto questo si deve porre anche grande rilievo al valore dato alla comunicazione e all’informazione durante tutto lo svolgimento dei lavori. Un intervento così lungo del tempo doveva essere raccontato alla popolazione locale per attivare processi di partecipazione e di accettazione del cambiamento in atto. Al tempo stesso era importante far conoscere cosa stava accadendo anche all’esterno del territorio locale. La presenza di questo ponte ha portato la città ad essere conosciuta a livello nazionale ed internazionale tanto da diventare anche set di alcuni importanti spot pubblicitari.
I dati reperiti durante la ricerca sono tantissimi e riguardano la rendicontazione del PISU relativo al ponte sul fiume Tanaro ma anche tutti gli altri interventi dello stesso genere. La Regione Piemonte ha stanziato somme davvero molto consistenti per rispondere alla progettualità dell’Amministrazione locale. La prima fonte utilizzata è stata il sito di OpenCoesione e successivamente il sito del Comune di Alessandria. Abbiamo reperito moltissime informazioni anche attraverso il web.
Dai documenti delle rendicontazioni dei vari PISU trovati sul sito ufficiale del Comune abbiamo raccolto la lista degli interventi e poi abbiamo osservato quali fossero le voci di spesa comuni e quali quelle specifiche. Quasi tutti gli interventi sono caratterizzati da opere di demolizione, nuova costruzione, ampliamento, manutenzione straordinaria, restauro conservativo, riqualificazione, ristrutturazione e recupero di edifici ma anche di sistemazione di aree degradate ed allestimento di spazi esterni, comprese le opere di urbanizzazione strettamente necessarie alla funzionalità dell’area. Ancor di più la voce relativa alla progettazione che comprende studi di fattibilità, oltre alle fasi preliminare, definitiva ed esecutiva insieme alla direzione lavori, alla sicurezza nei cantieri e i collaudi. Un numero ridotto di progetti (3 su 13) comprende la realizzazione o ammodernamento di impianti e reti tecnologiche.
Tra tutti i progetti uno si differenzia per tipologia di intervento e per le spese sostenute, si tratta del PISU dedicato alle attività di mediazione interculturale e di accompagnamento nelle scuole nato dall’esigenza letta proprio nella popolazione che abitava il territorio coinvolto dai diversi progetti urbanistici. L’ammontare destinato a questo progetto è piuttosto alto; se paragonato alla totalità degli interventi risulta secondo, proprio a seguire quello del ponte sul fiume Tanaro. In particolare si tratta di spese relative all’acquisto di attrezzature tecnologiche ed informatiche per le attività di tipo immateriale relative agli interventi ammissibili oltre a costi ammissibili in base alla specifica normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, spese sostenute per le attività di comunicazione, promozione territoriale, animazione economica ed accompagnamento sociale.
Un solo progetto riporta tra le voci di spesa opere, attrezzature ed impianti finalizzati al miglioramento della qualità ambientale e della mobilità urbana ecosostenibile: si tratta del PISU legato alla realizzazione del parcheggio dell’area ex Gil Monferrato.
Rispetto ai dati osservati è stato possibile realizzare alcuni grafici: il primo ci racconta gli interventi effettuati e pone in evidenza, con estrema chiarezza, la spesa sostenuta per le opere effettuate sul Ponte Meier, oggetto della nostra analisi, di molto superiore alle altre voci menzionate. Si tratta del resoconto relativo ai costi per la demolizione del vecchio ponte, la costruzione del nuovo, la manutenzione straordinaria necessaria per adeguare il contesto esistente al nuovo intervento, il restauro conservativo delle porzioni del vecchio ponte mantenute intatte, la riqualificazione dell’area, la ristrutturazione ed il recupero di edifici, che pesano in maniera preponderante nel computo totale.
Per ogni voce individuata è possibile fare alcune considerazioni, infatti, possiamo altresì osservare come un’altra quota importante dei PISU si leghi fortemente al precedente intervento (anche se non comprende propriamente ciò che è stato fatto per il ponte) e cioè la spesa relativa alla sistemazione delle aree degradate e l’allestimento di spazi esterni, comprese le opere di urbanizzazione strettamente necessarie alla funzionalità dell’area; la quota stanziata è la successiva in termini monetari rispetto al primo grafico.
Tra i costi analizzati hanno molta importanza quelli per le attività di comunicazione che ammontano a 207.578,39 euro e comprendono la promozione territoriale, l’animazione economica e l’accompagnamento sociale, insieme a quelle utilizzate per le attività di servizi volti al miglioramento della coesione sociale, in particolare per il sostegno al lavoro, la qualificazione del capitale umano, l'immigrazione, i giovani, ecc.
In conclusione l’esperienza fin qui svolta ci ha portati a vivere un interessante percorso che ci ha permesso di interagire con un professionista coinvolto attivamente nelle varie fasi del progetto del ponte sul fiume Tanaro e di tutti i progetti analizzati a suo completamento. L’intervento dell’ing. Neri è stato davvero molto apprezzato perché ha saputo rispondere esaustivamente a tutte le nostre domande.
Oltre alle nostre perplessità sulle motivazioni dell’affidamento del progetto ad un architetto americano, molta della discussione si è rivolta all’importanza che l’Amministrazione ha voluto porre al tema della comunicazione. Durante le fasi di conoscenza di questo progetto abbiamo incontrato più volte dati e informazioni rispetto a questo tema. Tra i primi contatti attivati con i professionisti coinvolti nel progetto del PISU osservato, abbiamo avuto modo di conoscere Tomaso Serloreti, designer e progettista di tutta la parte relativa alla divulgazione delle informazioni. Insieme a lui ha lavorato anche Lucio Laugelli, videomaker, che si è occupato della divulgazioni di immagini e video attraverso il web. Tra i rendiconti reperiti, infatti, uno ha attirato la nostra attenzione in modo particolare perchè è completamente dedicato proprio alle attività di comunicazione e coordinamento nell’ambito dei PISU: si tratta di oltre 200.000 euro dedicati a questa preziosa fase. Lo stesso ing. Neri ci ha messo a disposizione una pubblicazione dal titolo “Da Borgo Rovereto a Borgo Cittadella” che racconta proprio tutti gli interventi sulla città di Alessandria ponendo particolare attenzione al progetto di Richard Meier raccontandolo però contestualizzato in un “sistema” più ampio di progetti coordinati. L’Amministrazione comunale ha fortemente voluto che la comunicazione partisse dalla città senza demandare, come spesso accade, alla Regione il compito di occuparsene. Quando ci sono fondi europei così ingenti la prassi prevede che la comunicazione con l’Europa sia a carico della Regione, in questo caso, la città ha voluto coinvolgere il più possibile la cittadinanza per renderla partecipe del cambiamento in atto.
Tra i punti di forza di questo progetto si può porre l’attenzione proprio su questo approccio, un po’ controcorrente, che ha puntato al coinvolgimento della popolazione locale, ma non solo, utilizzando tutti i media per divulgare le informazioni raggiungendo anche un pubblico più giovane.
I dubbi relativi ai tempi di costruzione hanno trovato una risposta nella conferma che i successivi cambi di Amministrazione hanno condotto più volte a riformulare l’organizzazione del lavoro pur mantenendo una certa stabilità di intenti e obiettivi.
La fase di raccolta, selezione, analisi e visualizzazione dei dati è stata davvero interessante perché ci ha permesso di conoscere tutti i passaggi che portano alla realizzazione di un’opera architettonica e soprattutto di scoprire gli aspetti che stanno “dietro le quinte”. Questa esperienza è davvero preziosa per tutti i componenti del team, perché pone all’attenzione tanti aspetti della progettazione (che per alcuni è anche oggetto della formazione specifica dell’indirizzo di studi) e, in generale, consente di imparare a osservare la realtà in modo diverso, con occhi più attenti e curiosi a cosa sta al di là degli oggetti che costituiscono lo spazio che ci circonda.
Nell’ottica di un prosieguo dell’attività svolta, avremmo piacere, in futuro, di conoscere nel dettaglio anche gli altri progetti all’interno del gruppo dei PISU che interessano la città di Alessandria; più ci avviciniamo a studiare questo luogo e più scopriamo che ci sono molte informazioni da conoscere e storie interessanti.
Questa attività di monitoraggio civico ci sta conducendo alla definizione di una serie di ipotesi relative a un progetto di conoscenza e divulgazione. Ci stiamo pian piano lavorando e ci piacerebbe condividere le nostre idee proprio con l’Amministrazione comunale.