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Articolo di Data Journalism

SEMI DI INTERESSE E PIANTE DI CONOSCENZA: IL CIPRESSOCALVI PRENDE ALLA LETTERA LA BIODIVERSITÀ

Il team CipressoCalvi, più entusiasta che mai, è orgoglioso di esporre gli esiti della sua impegnativa ricerca sull’Orto Botanico di Padova.

Grazie anche alla collaborazione di tre esperte ISTAT, il team è riuscito a reperire dati e statistiche e a trovare risposte a domande importanti e attuali.

La nostra attività di ricerca non è stata affatto facile in quanto abbiamo appurato, direttamente dall’ISTAT, che non esistono statistiche ufficiali afferenti gli orti botanici in quanto non risultano in alcun modo censiti dalle statistiche su musei e istituzioni similari. Tuttavia, questo non ci ha impedito di scoprire notizie interessanti.

Frequentando una scuola nel territorio padovano siamo fieri di ospitare, nella nostra città, l’Orto Botanico più antico al mondo risalente al 1545. Talmente antico che è stato d’ispirazione per la costruzione di moltissimi altri giardini in giro per il mondo. Un vero influencer insomma!

Questa struttura non svolge solo un ruolo importante per l’elevato valore storico legato alla città, ma è anche sede di biodiversità e fa parte del patrimonio dell’Unesco dal 1997.

Insieme agli altri orti botanici italiani, anche il nostro orto si è attrezzato per svolgere un’importante missione sia di conservazione della flora, sia di educazione e di divulgazione, al fine di diffondere una “nuova cultura ambientale”.

Abbiamo ritenuto importante, ai fini della nostra ricerca, redigere e somministrare un questionario online in modo da avere dati conoscitivi sul nostro territorio che potessero essere comparabili anche con dati a livello nazionale. La nostra indagine ha raggiunto un campione di 728 persone di tutte le età.

Come accennato in precedenza, l’orto botanico è patrimonio dell’Unesco: secondo il rapporto Istat “Benessere Equo e Sostenibile” del 2019, l'Italia vanta un totale di 55 siti patrimonio dell’Unesco posizionandosi seconda al mondo dopo la Cina e prima per il numero più elevato di beni a carattere culturale. A questo proposito siamo arrivati a scoprire che circa il 79% degli intervistati ne è a conoscenza, un bel numero non trovate? Ma rigirando il dato possiamo pur constatare che il 21% ne è all’oscuro. Pertanto potremmo suggerire all’orto di impegnarsi maggiormente nella divulgazione di questa importante informazione.

Un altro aspetto toccato dal nostro questionario, riguarda i fondi di cui l’orto è stato beneficiario. Il costo pubblico totale dell’opera, analizzato nello step precedente, ammonta a 1.715.000€ suddiviso in due parti: il 57% derivanti da fondi FSC e la restante parte da altra fonte pubblica. Questi dati non sono particolarmente significativi in quanto trattasi di una semplice elencazione temporale di pagamenti eseguiti. La nostra indagine ha rivelato che circa il 71% del campione non è a conoscenza del fatto che l’orto sia stato beneficiario di tali fondi per il restauro. Nonostante ciò, stando ai dati forniti dall’ente stesso, ci risulta che il numero di visitatori sia aumentato di circa 10.000 unità annue negli anni successivi al restauro. Tale aumento potrebbe essere conseguenza del fatto che molte persone (il 39% per il nostro campione) sono tornate per vedere le migliorie apportate dal restauro, osservando che la più significativa modifica riguarda gli ambienti espositivi e la varietà delle specie.

Riprendendo poi il tema della tutela della biodiversità, che sta molto a cuore all’orto, abbiamo confrontato la sensibilità del nostro territorio con quella rilevata dall’Istat nel rapporto BES 2019. Quest’ultimo evidenzia che il grado di preoccupazione degli intervistati a livello nazionale si attesta a circa il 22%. Nel nostro territorio, invece, abbiamo constatato che circa l’82.5% degli intervistati si ritiene preoccupato per la perdita della biodiversità e tra questi, il 60% esprime valutazioni alte o altissime. Inoltre, a livello nazionale, la preoccupazione per la perdita di biodiversità risulta maggiore nella fascia di età più giovane (14-34), nelle persone che possiedono un titolo di studio di livello medio-alto e nella fascia di popolazione risiedente al nord; tali dati trovano conferma nel nostro territorio.

Il CipressoCalvi si ritiene soddisfatto dei risultati ottenuti attraverso le attività di ricerca e dagli esiti del questionario somministrato. Tuttavia, consapevole del fatto che il lavoro è ancora in “work in progress”, la ricerca continua...