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L'Appennino non si ferma!

Il team “Frignano Discovery” dell’Istituto Cavazzi-Sorbelli ha scelto di monitorare un’attività locale che ha beneficiato di fondi europei: il Bike Park del Cimone. L’obiettivo dell’indagine è di verificare come i fondi europei sono stati utilizzati, se il Bike Park ha influito sul territorio e in che modo. Questi sono i primi esiti della nostra ricerca.

“Buone notizie per il turismo in Appennino. Il periodo gennaio-giugno 2019 si chiude positivamente per alberghi, ristoranti e strutture della montagna con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 4,8% degli arrivi e del 9,7% delle presenze”. Il trend positivo non si è fermato neppure durante l’estate 2020, segnata dalla pandemia di SARS-CoV-2. La preferenza dei turisti italiani, infatti, si è indirizzata sulle località montane, che ad agosto hanno raggiunto gli stessi livelli dell’anno precedente. Prima della trattazione dell’argomento nello specifico, è bene dare qualche informazione di contesto. Stando ai dati elaborati da ISTAT sull’Emilia-Romagna, una delle regioni trainanti dell’economia italiana, il turismo si concentra soprattutto lungo la Riviera romagnola e le città d’arte, mentre l’Appennino nel 2019 ha accolto il 4,1% degli arrivi di turisti nella regione2. Proprio in Appennino, nella provincia di Modena, sorge Sestola, un comune di 2500 abitanti. Situato nel Parco del Frignano, è dominato dalla mole del monte Cimone (2165 m) e dai rilievi del crinale tosco-emiliano. Per quanto riguarda l’ambito demografico e in linea con quanto riscontrato con i territori dell’intero Appennino emiliano, il numero dei suoi abitanti è costantemente calato dal 2008 sino ad oggi3. Questa decrescita è legata al fatto che i giovani tendono a lasciare i piccoli comuni montani per trasferirsi in pianura, dove trovano maggiori possibilità lavorative e più servizi. Nonostante ciò, Sestola è la più celebre località turistica invernale dell’Emilia-Romagna, anche in virtù della sua vicinanza con la stazione sciistica del monte Cimone. A conferma di tale anomalia, come mostra la seconda infografica, Sestola ha avuto nel 2019 un incremento di arrivi dell'8,6% e del 7,3% di presenze: dati molto positivi, soprattutto se confrontati con le altre zone dell’Appennino. Analizzando gli esercizi alberghieri e paragonandoli a quelli di Serramazzoni e Pavullo – località appenniniche molto più popolate – possiamo vedere come Sestola ne abbia un numero decisamente maggiore. Vi è una maggioranza di alberghi a 3 stelle e a 2 stelle; gli alberghi a 1 stella e quelli a 4 sono in minoranza. Mancano completamente le residenze turistico-alberghiere2. Dunque il visitatore di Sestola generalmente cerca un alloggio di livello medio in cui pernottare anche solo per una notte. Il Bike Park è stato realizzato a Sestola nel 2010 con fondi europei, regionali e comunali per un totale di 451389 euro1. Nel 2012 il parco ciclistico è stato ampliato ed aggiornato grazie a nuovi finanziamenti europei, regionali e di privati. Ma cos’è un Bike Park e perché è stato realizzato? Si tratta di un’area caratterizzata da un reticolo di percorsi di diverse tipologia e difficoltà destinati a MTB e downhill. Quello di Sestola in particolare è stato realizzato per valorizzare e promuovere le risorse ambientali e culturali locali a sostegno dello sviluppo socio-economico. Il gestore del parco M.Tini ha dichiarato in una nostra intervista che il Bike Park del Cimone è uno dei primi in Italia, essendo nato a fine anni Novanta come ritrovo amatoriale. Nel 2010 i finanziamenti sopra citati hanno permesso la realizzazione di una struttura organizzata capace di accogliere turisti da tutta Italia. Ma il vero boom della struttura si è avuto nell’estate del 2020, quando, a seguito dell’emergenza sanitaria in corso che ha privilegiato il turismo di prossimità e il maggiore isolamento offerto dai luoghi montani, l’affluenza nel territorio sestolese è aumentata del 35%.

Grazie ad indagini in loco e ad un colloquio con i gestori del negozio Protti Sport, posto all’ingresso del Bike Park, abbiamo potuto visionare direttamente la realtà del parco e del suo indotto, fatto di negozi finalizzati al noleggio di biciclette e materiale sportivo. Tali realtà commerciali hanno effettivamente registrato un incremento del loro volume d’affari nell’ultimo anno a conferma di un generale aumento di presenze. Abbiamo anche avuto modo di riscontrare qualche criticità. In particolare, la  comunicazione ci è parsa carente per l’assenza del Bike Park da alcuni social network popolari, privando così la struttura di canali importanti per raggiungere il proprio target di riferimento, fatto soprattutto di giovani dai 18 ai 30 anni. In conclusione, i dati raccolti uniti alla volontà dichiarataci dal gestore di ampliare l’offerta del parco anche al cicloturismo per famiglie ci inducono a considerare il Cimone Bike Park un buon investimento per Sestola e il suo territorio. Dunque l’Appennino monta in sella e non si ferma!