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Pausilypon...questo sconosciuto

Già a partire dal XVII secolo numerosi scavi archeologici hanno riportato alla luce edifici e strutture residenziali facenti parte del celebre complesso del Pausilypon, oggi racchiuso all'interno dell’omonimo Parco, la cui porta di accesso è rappresentata dall'imponente Grotta di Seiano. In particolare, i lavori di riscoperta di questi luoghi sono iniziati nel 1680, quando Francesco Mazza, un nobile salernitano, acquistò parte del territorio posillipiano con lo scopo di trasformare queste zone in luoghi adibiti esclusivamente all’allevamento di particolari specie di pesci. Durante i lavori, molteplici sono stati i danni arrecati all’intero complesso del Pausylipon, la cui rilevanza storica era ,a Mazza e ai suoi colleghi,totalmente ignota. Più tardi, a partire dal  1820 fino al 1873, Guglielmo Bechi, archeologo e architetto fiorentino,fu uno dei primi a prestare massima cura e interesse finanziando la realizzazione del primo scavo archeologico nella zona del Parco del Pausilypon, grazie al quale sono stati rinvenuti resti inestimabili i quali si accostarono alle precedenti scoperte effettuate dal già citato Francesco Mazza.Uno dei personaggi che più si interessò a riguardo fu Robert Gunther (1869-1940), celebre biologo marino, il quale fu il primo a rendersi conto dell’esistenza di preziosi resti archeologici nei fondali marini napoletani. La realizzazione del progetto di esplorazioni subacquee di Gunther fu resa possibile grazie al matrimonio del biologo marino con la figlia di Eustace Neville-Rolfe, all’epoca console inglese e cittadino partenopeo il quale appoggiò apertamente il progetto del genero.Tuttavia, a causa della sua povera esperienza in ambito archeologico, le scoperte di Robert Gunther risultarono fallimentari e furono ampiamente criticate.Dopo un lungo periodo di abbandono, il 1980 è una data che segna una profonda svolta nella storia del parco, perché finalmente iniziano ad arrivare ingenti fondi, come accadde di nuovo nel 1990,anno in cui  iniziarono lavori importanti che non solo portarono la Regione Campania a riconoscere ufficialmente il parco nel 2003 ma fece anche partire nuove esplorazioni dei fondali, permettendoci di comprendere meglio la struttura dei vivai e di scoprire nuove aree dell’antica villa. A partire dal 2006, soprattutto dopo gli scavi del 2009, sono iniziate anche le visite guidate al parco, che nel 2017 è stato poi reso zona marina protetta con la salvaguardia del CSI di Gaiola. Il Pausilypon vanta un’ottima supervisione grazie alla suddetta onlus e negli ultimi anni l’affluenza dei turisti è aumentata notevolmente, da parte sia di stranieri che di persone del luogo.

Tra le promesse c’è quella della riapertura dell’impianto funiviario che fino agli anni sessanta ha collegato Fuorigrotta e Posillipo e che supererebbe agilmente molti ostacoli che limitano l’accessibilità del parco. Inoltre, vi sono ancora numerose aree ancora non scavate o non accessibili al pubblico, come il vasto impianto termale e idraulico o il Calidarium, per i quali sono stati promessi fondi da parte di privati.