Ugento, ridente località della Puglia salentina, è uno dei paradisi del turismo leccese. La città vanta un'ampia varietà paesaggistica caratterizzata da distese di oliveti con piante secolari. Ugento è stata soprattutto città messapica, ricca e potente, poi signora romana, normanna e sveva. Ha conosciuto la brutalità dei saccheggi e delle invasioni e nonostante questo riesce a mantenere un aspetto vivace e brioso.
I secoli di storia che l’hanno attraversata hanno regalato alla cittadina un patrimonio artistico e culturale di valore inestimabile che le amministrazioni comunali hanno saputo cogliere e tutelare; non è un caso, infatti, che la città sia annoverata dal 2008 tra le Città d’Arte della Regione Puglia per l’impegno nel recupero, nel restauro e nella valorizzazione dei beni culturali. Nel panorama di questo ampio patrimonio artistico spicca per la maestosità delle sue strutture e per la mole degli oneri di recupero il Castello dei prìncipi d’Amore. Il maniero di Ugento domina l’intero borgo e accoglie i visitatori che vengono dal versante nord-ovest. La sua posizione non è casuale: i Normanni, nel 1059, lo fecero costruire negli stessi territori di un castro romano, perché da quel punto era facile controllare l’arrivo di nuove genti e difendere la città. I prìncipi d’Amore, nel 1643, lo modificarono con cornicioni decorati ed eleganti decorazioni. Gli ambienti di rappresentanza vennero ampliati e con essi il lusso entrò a far parte del palazzo, anche grazie ai dipinti a tema mitologico.
Affascinati dalla lunga storia del castello e dall’imponenza del progetto di restauro, abbiamo scelto di fare un salto nel passato per rivivere le glorie di questa antica fortezza. Ispezioneremo l’efficacia dei lavori di recupero e i criteri di azione sotto l'egida del pellicano, emblema degli antichi proprietari, i prìncipi d’Amore, che hanno saputo fare di Ausentum, antico nome della città, un fiore all’occhiello dei manieri salentini.
Il progetto di restauro, finanziato dall’Unione Europea e da Fondi di Rotazione per un ammontare complessivo di 4.479.536,28 euro, ha valorizzato la struttura attraverso il linguaggio dell’architettura contemporanea ed è stato premiato il 21 marzo del 2018 nella VI edizione del premio Domus Restauro e Conservazione.
L’organismo architettonico del castello si sviluppa su un lotto di 4900 mq. La fortezza è costituita da un piano terra e un primo piano con due corti comunicanti. Prima dei lavori di recupero molte sezioni strutturali e decorative (le facciate esterne, la balconata che affaccia sul cortile, i pavimenti) si presentavano in avanzato stato di degrado dovuto principalmente all’azione degli agenti atmosferici e alla mancata manutenzione; l’acqua, infiltratasi dai tetti, nel tempo aveva inoltre impregnato le murature portanti intaccando visibilmente le finiture in stucco.
La proposta progettuale ha previsto di ottimizzare il sistema di percorribilità, garantendo l’invito, l’accoglienza e la necessaria apertura dell’intero complesso. In particolare sono stati eseguiti la chiusura di alcuni vani, l’apertura di nuovi e la ristrutturazione di quelli manomessi nel tempo, il ripristino degli intonaci interni, il restauro di cornici e ornie sulle aperture, la realizzazione di un ascensore, la posa in opera di pavimenti, rivestimenti e infissi in legno, la raccolta e lo smaltimento delle acque meteoriche. Sono stati inoltre oggetto d’intervento tutti i paramenti murari del castello, l’antico fossato e le zone crollate, che sono state ricostruite. Punto focale delle azioni di recupero, il restauro degli affreschi delle sale interne.
Grazie all'importante rifunzionalizzazione, il castello di Ugento può essere attualmente occupato dall’amministrazione comunale, che gestisce le sale del museo del piano superiore, e da enti privati che hanno creato, nella zona inferiore, una struttura ricettiva coordinata a una scuola di cucina all’avanguardia, focalizzata sull’enogastronomia pugliese e italiana.
Sulla base di quanto emerso in questa fase preliminare del monitoraggio e delle evidenze future, il nostro team si propone di:
- monitorare i finanziamenti e le economie, i tempi di erogazione dei fondi, i criteri di spesa;
- esplicitare la convenzione tra pubblico e privato che ha guidato i lavori di recupero;
- chiarire il valore artistico e culturale del patrimonio recuperato e dei reperti archeologici rinvenuti;
- stimare i benefici del progetto sul territorio.
Per far chiarezza rispetto ai nostri quesiti siamo pronti a coinvolgere i responsabili di progetto, i giornalisti locali, gli esperti del territorio, gli architetti e i tecnici del restauro. Il nostro monitoraggio è rivolto alla comunità del territorio e cerca di indagare sui punti di forza e sulle criticità della convenzione tra fondi pubblici e risorse private. Attraverso i nostri canali di informazione cerchiamo di documentare le motivazioni e gli obiettivi di questa combinazione e di stimolare ulteriori ricerche rispetto alle potenzialità di questa tipologia di finanziamenti partecipati.