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SAVE THE GREEN CAVE
Questo è il logo del nostro progetto, pensato e disegnato direttamente dai nostri designer

Siamo la 3^A del Liceo Scientifico Tradizionale di Alghero e abbiamo deciso di portare avanti il progetto riguardante la Grotta Verde nominandolo “Save the Green Cave”.

“Save The Green Cave” mira alla conservazione, valorizzazione e fruizione della Grotta verde, una grotta nel promontorio di Capo Caccia a pochi chilometri dalla nostra città. Ciò sarà possibile grazie alla realizzazione di un primo centro di accoglienza per i visitatori; il consolidamento della falesia: la parete rocciosa nei pressi della grotta, e dell'interno di questa; la realizzazione di un percorso di accesso e di camminamenti interni; l’illuminazione dell'interno e dell'esterno della grotta; inoltre un sistema di monitoraggio fisico e chimico e uno della stabilità della grotta e della falesia; infine la realizzazione di scavi archeologici .

Per quando riguarda il team di lavoro, abbiamo suddiviso i ruoli:

Scout: Fabrizio, Fabio, Jacopo V, Leandro e Luca Mattu. Si occupano di cercare le informazioni necessarie. Queste stesse informazioni passano in seguito agli “analisti” che le filtrano tralasciando dati di contorno per renderle il più comprensibili possibile. Questi sono Federico, Antonio e Lorenzo . I più interessati alla creazione del blog si sono dimostrati Mauro e Jacopo B. che gestiscono il sito web contenente le informazioni e i progressi relativi al progetto. Ilenia e Mattia S si sono proposti come “social”, loro rappresentano la classe nei diversi social media e ne seguono lo sviluppo mentre pubblicizzano il nostro progetto per farlo arrivare a un pubblico più vasto possibile. Gli storyteller della nostra classe sono Mattia L e Nicolò, hanno il compito di parlare nelle conferenze e segnare regolarmente i nostri progressi. I designer, ovvero Camilla e Federica seguono la realizzazione della parte grafica del progetto tramite cartelloni e scelte stilistiche, guidate dalla loro creatività. Tutto questo sotto il controllo dei project manager, Francesca, Luca e Martina, che determinano l’organizzazione del lavoro e seguono costantemente lo sviluppo e i componenti del team.

Nella scelta del nome ci siamo divisi in gruppi, ognuno dei quali ha presentato una lista di nomi. Successivamente abbiamo fatto a votazione per alzata di mano e i nomi più votati sono stati : "virdis spelunca", con l'utilizzo del latino, "La grotta della speranza", "L'altare di Erasmo" oppure "Green cave explorers".

Creare il logo non è stato facile: l'abbiamo fatto tondo per fare in modo che l'intera immagine fosse visibile nei social. Abbiamo optato per una vista interna della grotta con apertura sul mare, e abbiamo aggiunto il nome del progetto con una scritta verde. Inizialmente pensavamo di usare la famosa figura del promontorio di Capo Caccia, ma abbiamo optato per la grotta, perché il promontorio era troppo anonimo.

 

Nel primo incontro per ASOC, il 16 novembre, ci siamo recati nell’aula 4.0 per incontrare la Dott.ssa Sanna dal centro ASOC di Cagliari, per la presentazione del progetto “A scuola di OpenCoesione”. Ci ha illustrato le diverse fasi che compongono questo progetto:

-“Progettare”: basato essenzialmente sulla scelta del progetto, del nome e l’assegnazione dei ruoli

-“Analizzare”: fase in cui otterremo gli “open data” dal sito di “OpenCoesione" e impareremo ad osservare, comprendere e analizzare dati e statistiche

-“Esplorare”: per la raccolta di dati direttamente sul territorio a partire da quelli presi in classe, organizzeremo diverse interviste con assessori ed eventuali organizzazioni coinvolte

-“Raccontare”: in cui, dopo aver rielaborato tutto ciò che abbiamo ottenuto, organizziamo incontri in città e nella nostra scuola per illustrare l’elaborato ai cittadini. Al termine dell’incontro è stato introdotto l’argomento della successiva lezione

LA SCELTA DEL PROGETTO

Ci è stato dato il compito di scegliere un progetto tra quelli già oggetto di indagine ASOC o un progetto totalmente nuovo. Quindi ci siamo riuniti in classe e abbiamo guardato nel sito i lavori già iniziati riguardanti la città di Alghero e ne abbiamo selezionato alcuni tra cui: Rinnovamento e Ristrutturazione del porto di Alghero; Completamento infrastrutture per la viabilità della Grotta Verde; Ampliamento dell'aeroporto di Alghero; Miglioramento viabilità strade di Alghero;

Abbiamo deciso di intraprendere il progetto che riguarda la Grotta Verde perché ci siamo interessati particolarmente al turismo di Alghero, dato che la città è conosciuta solo per il mare, vorremmo valorizzarne anche gli altri settori del turismo, rendendo agibile e fruibile il sito della Grotta Verde ai turisti. Grazie ad esso ci sarà anche la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Se il progetto sarà ben sviluppato si potranno creare itinerari naturalistici, laboratori aperti di interesse naturalistico, storico, speleologico e antropologico.

Gli enti che potrebbero essere interessati a questa iniziativa sono numerosi: il comune per il lavoro di ristrutturazione delle infrastrutture, affidandolo a delle agenzie specializzate, le imprese che si occupano di turismo, le agenzie di trasporti per raggiungerla sia via terra che via mare e, infine, le imprese di ristorazione e gli alberghi per una migliore accoglienza turistica.

 

Nella baia di Porto Conte, nel promontorio di Capo Caccia, vicino alla grotta di Nettuno vi è la Grotta Verde. È distante 23 Km da Alghero ed è a 75 m sopra il livello del mare. Prese il nome dalle rocce calcaree, stalagmiti e stalattiti di 200 milioni di anni. Dentro affiora un laghetto che riflettendo i pochi raggi di sole restituisce una luce verdastra. A questa atmosfera viene aggiunto un aspetto misterioso per la presenza di diversi graffiti del neolitico. Infatti tramite diversi studi e a causa del ritrovamento di un corpo risalente a quel periodo, gli studiosi hanno compreso che venne abitata in tempi antichi. Non solo gli uomini neolitici ma anche i cristiani erano soliti frequentarla. Varie spedizioni subacquee testimoniano che la grotta al tempo dei romani fu usata come sepolcro dai cristiani perseguitati e il Grup Espeleològic Alguerès, speleosub algheresi, dopo aver effettuato un’escursione nel lago termale situato all’interno della Grotta Verde, ha partecipato, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina, ad uno scavo archeologico subacqueo che ha portato alla scoperta di una necropoli risalente al periodo del Neolitico. Queste spedizioni fecero risalire anche diversi oggetti antichi come anfore in ceramica, utensili in pietra e una spatola in osso al neolitico. Il suo ingresso, pur essendo accessibile tramite una scalinata (ad oggi chiusa al pubblico), viene nascosto da una fitta macchia mediterranea. È l’unico luogo del Mediterraneo dove si conserva un madreporario coloniale,​ da cui derivano le barriere coralline. La Grotta Verde è stata ribattezzata anche “grotta dell’altare”, perché nel XV secolo i marinai costruirono all’interno un altare dedicato a Sant’Erasmo, loro protettore. Purtroppo la grotta ultimamente è in grave pericolo, nel 2017 il naturalista e documentarista Roberto Barbieri rilascia un’intervista in cui afferma che anche se la Grotta Verde ha vissuto milioni di anni, ora si ha un allarme ambientale. La grotta sta “morendo” tra l’indifferenza generale. Eppure è un bene ambientale di prima grandezza ed unico. Questo perché gli organismi che le danno il colore ed il nome sono batteri fotosintetici che per vivere hanno bisogno di luce e umidità. La grotta purtroppo si sta asciugando e le concrezioni si sfaldano. La ditta che ha lasciato a metà i lavori per l’apertura (anni 50) ha impolverato pesantemente lo strato verde e di conseguenza non entra più la luce solare. Per tutte le persone che sono riuscite ad entrare è stata un’esperienza unica, riuscendo ad avventurarsi in un luogo considerato “incantato e misterioso”, il ricordo e la suggestione che rimane dalla visita alla Grotta Verde diventa indelebile nella memoria di chi lo ha vissuto.