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Open Data, Monitoraggio Civico,

Politiche di Coesione nelle scuole italiane

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Report Lezione 3

Titolo dell'evento #SAA2019

THERE IS NO PLANE(T)B

Breve descrizione dell'evento realizzato

Si è tenuto il 16 Marzo, al Ciliberto di Crotone, nell’ambito della SAA, l’open data day, alla presenza degli studenti, del Presidente regionale di Legambiente, dott. F. Falcone, del portavoce del sindaco, dott. F. Vignis, dell’ex sindaco della città di Crotone, dott. P. Vallone, della giornalista A. Marazziti, della presidente dell’Associazione “Crotone ci mette la faccia”, Tina de Raffele, dell’Ingegnere Vincenzo Voce, del Com.te Cap. di Porto G. Greco. Il progetto monitorato è un progetto pilota di bonifica dei suoli su area archeologica prospiciente l’area industriale, inserito nell’APQ del 2013, rimodulato dal prot. del 2018 che sarebbe dovuto diventare preliminare per l’intera area. Ente programmatore e attuatore era la Reg. Calabria e il progetto rientrava nel (PRA)FSC Calabria.

Immagine rappresentativa dell’evento organizzato per #SAA2019

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Titolo del Report di Monitoraggio

SITO DI (DIS)INTERESSE NAZIONALE

Link a Report di monitoraggio pubblicato su Monithon.it

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Blog Post di racconto

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Domanda 1

1. Nell'area archeologica dell'antica Kroton è stata usata come tecnica di bonifica la fitorimediazione. Cosa pensa delle scelte fatte in materia di bonifica in quell'area e nella zona industriale? Cosa di diverso poteva essere fatto nell'area dell'Antica Kroton? (Vincenzo Voce - ingegnere chimico)

Risposta 1

1. Per la bonifica dell'area archeologica innanzitutto avrebbero dovuto eseguire in fase di progettazione degli interventi l'analisi di rischio sito specifica. In tal modo l'area "potenzialmente" contaminata soltanto da zinco (circa il 35-38%) non doveva essere bonificata, perché le CSR sarebbero state superiori ai valori riscontrati sui suoi suoli. Inoltre hanno sottoposto a bonifica anche gran parte dei suoli che non erano contaminati. In definitiva soltanto 20-22 ettari dovevano essere sottoposti a bonifica, per una profondità di 50 cm. Sicuramente la fitorimediazione poteva funzionare, ma non con alberi ad alto fusto, perché l'apparato radicale avrebbe compromesso tutto il sito archeologico. Si poteva valutare la fitorimediazione con piante fitorimediatrici a ciclo breve con specie brassicacee (brassica Juncea), idonea per rimuovere sia il cadmio che lo zinco. In realtà la bonifica doveva prevedere un progetto integrato per tutta l'area industriale. Infatti i suoli contaminati dell'area archeologica, potevano essere spostati sul sito industriale e utilizzati come terreni vegetali. Ricordo che i suoli dell'area archeologica devono rispettare i limiti restrittivi della Tab. A cioè quella delle aree residenziali (Zn 150 mg/kg e Cd 2 mg/kg), mentre quelli dell'area industriale dovrebbero rispettare i limiti della Tab. B (Zn 1.500 mg/kg e Cd 15 mg/kg). Nessun valore dei sondaggi dell'area archeologica supera i valori previsti per i suoli industriali. Per queste vaste aree contaminate negli Stati Uniti si cerca di fare più che progetti di bonifica, progetti di phytomanagement di lungo periodo. Ad esempio c'è una pianta gelatinosa come la "pennycress" che può produrre semi per la produzione di biodiesel. In tal modo, oltre che bonificare si avrebbe una integrazione al reddito. Nel nostro caso, comunque vi ha pensato la natura, perché gli alberelli che dovevano diventare enormi non hanno trovato le condizioni agronomiche ideali e le piante non sono cresciute. In estate avranno avuto poca acqua e l'inverno si allagavano. L'unica cosa certa è che sino ad oggi sono stati spesi oltre 4 milioni e il progetto è fermo dal 2017 perché all'interno dell'area hanno ritrovato circa 1.920 ton di materiali contenenti amianto. Per la bonifica dei siti industriali la faccenda è più complessa. Nel primo progetto (POB 2008) la bonifica puntava alla rimozione degli inquinanti del primo metro. Le CSR determinate con l'analisi di rischio sito -specifica (che non cambia con il POB FASE 2) sono: Cadmio 15 mg/kg, Arsenico 50 mg/kg e Piombo 1.000 mg/kg. Il POB 2008 escludeva la bonifica dei suoli profondi, perché il modello concettuale assunto con l'Adr escludeva la diffusione degli inquinanti verso la falda perché le superfici sarebbero state impermeabilizzate. Nel 2017 (3 febbraio) è stata approvata la bonifica di alcuni lotti del sito di Pertusola ed il sito ex Agricoltura. Le tecniche erano la fitorimediazione, la EKRT e l'attenuazione naturale (ENA). Per il livello di contaminazione del sito (Pertusola) abbandonano queste tecnologie che non potevano funzionare e propongono il POB FASE 2. Adesso si punta alla messa in sicurezza, soprattutto della falda. Dovrebbero intervenire con una tecnica di stabilizzazione/solidificazione che è un soil mixing, dove gli inquinanti sono miscelati e bloccati con cementi speciali. In realtà interverranno solo su piccolissime aree (1.8 ettari EKRT SUD, S/S1 0.8 Ha e S/S2 di 0.6 Ha). In base al principio scelto dovrebbero intervenire almeno su altri 360.000 mc di suoli. Fanno poco, molto poco. E dove sono le sostanze cancerogene come cadmio non fanno quasi niente. Soprattutto nell'area ex impianti di Pertusola di 26 ettari che per 45 anni è stata utilizzata come area di stoccaggio delle ferriti di zinco (Vincenzo Voce - ingegnere chimico).

Domanda 2

I dati dell’ISS del 2016 relativi a Crotone e provincia sono allarmanti. Cosa ne pensa, tenuto conto che dalle interviste che abbiamo effettuato ad alcuni operai risulta che per loro la vera necessità era lavorare? Intanto a Crotone, Dirigenti Eni hanno tenuto un corso sulla sicurezza sul lavoro agli studenti. Cosa ne pensa? (Bruno Palermo - Giornalista)

Risposta 2

E’ sempre stato una sorta di do ut des, sul lavoro le multinazionali ci hanno sempre un pò marciato e se vogliamo è quanto sta accadendo anche ora con la bonifica. Verso la fine degli anni ’90, quando le fabbriche stavano per essere dismesse, ci fu l’ idea di portare a Crotone la Stoppani, una fabbrica di vernici, altamente tossiche, ora è chiusa perchè condannata (parte del porto di Genova è stato costruito coni residui di quella fabbrica). Le vernici erano fatte con i fenoli, altamente inquinanti, questa fabbrica doveva essere spostata a Crotone per 57 unità lavorative e, all’epoca, gli operai pensavano alla necessità di un lavoro, non a lungo a termine. Il lavoro è stato un grimaldello, da sempre. Per quanto riguarda il resto il Comune di Crotone ha diramato un comunicato stampa sulla “Due giorni che hanno visto protagonisti gli studenti della città di Crotone sul tema della sicurezza nell’ambito dell’iniziativa “Il patto che salva la vita” promosso da Eni – Syndial”. Un comunicato che senza girarci tanto intorno potremmo definire mieloso, succube, prostrato e prostrante, ma soprattutto un comunicato che dovrebbe far provare un pizzico di vergogna a chi lo ha ideato (non certo a chi lo ha scritto). Siamo veramente al paradosso. Una Amministrazione comunale che sulle questioni ambientali è prona su posizioni ben distanti dal sentire dei cittadini e trova modo e tempo di diramare un comunicato su una iniziativa nella quale si parla di sicurezza sul lavoro e a parlarne sono Eni e Syndial (una controllata di Eni). Un comunicato nel quale Eni fa “l’ennesimo regalo alla città”, uno spettacolo teatrale. Ma Eni è lo stesso colosso che su questo territorio ha responsabilità infinite sull’inquinamento ambientale. Nel comunicato è scritto: “Si è parlato delle morti bianche, degli incidenti che creano infermità permanenti che purtroppo coinvolgono e spezzano altre vite (parenti, amici, conoscenti)”. Bisognerebbe chiedere al sindaco e all’assessore alla pubblica istruzione se per morti bianche erano intese anche quelle provocate da tumori? Dall’amianto? Quelle morti di mogli e figli di operai deceduti per tumore senza aver mai messo piede in fabbrica? Oppure quelli sono danni collaterali, giovani e meno giovani sacrificati sull’altare del progresso? Qui hanno usato una Istituzione per dare voce ad una iniziativa che avrebbe potuto avere un valore, ma non a Crotone. Non in una terra in cui ogni famiglia fa i conti con malati di tumore. Ho letto che qualche genitore ha manifestato tutto il suo disappunto perché la figlia, minorenne e studentessa, ha preso parte a questa iniziativa. Ha ragione. Eni ha vinto tanti processi per inquinamento ambientale a Crotone, ma a Milano ha perso, anche se condannata solo a 52 milioni di euro di risarcimento. Sentenza non impugnata dal Ministero dell’Ambiente e non si capisce perché visto che il pm aveva chiesto un risarcimento danni per la città di Crotone di 1 miliardo e 100 milioni di euro, ma di questo non è importato a nessuno. Attenzione che qui non arrivano gli americani a distribuire cioccolatini e caramelle alle folle gaudenti, la bonifica, bonifica, bonifica, (ammesso che di bonifica si tratti) non è un regalo, ma un dovere di legge. Chi inquina paga, nessuno sta regalando niente ai crotonesi. Di regali i crotonesi ne hanno già ricevuti tanti (Bruno Palermo - Giornalista).

Domanda 3

Mentre si parla di bonifica dell’area archeologica e di messa in sicurezza dell’area industriale, nessuna attenzione viene prestata ai veleni interrati nell’area portuale. Che implicazioni economiche ha tutto questo per la città di Crotone? (Alberto Vega – Docente Scienze della navigazione)

Risposta 3

1. All’entrata del porto si trova una duna di sabbia formatasi a causa dell’esondazione dell’Esaro e per la presenza di un relitto. Questa duna ha portato l’immersione in ingresso a non più di otto/nove metri, il che limita l’entrata di navi di grandi dimensioni o con pescaggi superiori ai nove metri. Questa situazione ha comportato, nel recente passato, che navi che dovevano scaricare biomasse, con immersione di undici, dodici metri, siano andate a scaricare a Corigliano incrementando il traffico su questa città che, da Ufficio Circondariale Marittimo, in dipendenza da Crotone, è diventata Capitaneria indipendente. Ad oggi, molte navi arrivano a Corigliano, scaricano una parte del carico, quando l’immersione si riduce a sei, sette metri si spostano su Crotone dove portano a termine le operazioni di sbarco. La rimozione della duna di sabbia che contiene sostanze inquinanti comporta delle misure precauzionali e, ad oggi, l’autorità portuale di Gioia Tauro non ha autorizzato l’esecuzione dei lavori (Alberto Vega – Docente Scienze della navigazione).

Video del Monitoraggio Civico

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Link al video del Monitoraggio Civico

Edizione ASOC: 1819

Scuola di appartenenza:

ITT TRASPORTI E LOGISTICA MARIO CILIBERTO

CROTONE (KR)

Eurokom, Europe Direct -Gioiosa Ionica
Monithon Calabria

Sito Web:

http://www.restartkroton.it