IDMAR è il più grande laboratorio d’Europa per la ricerca scientifica e tecnologica marina. Il progetto mira a mettere in sinergia le infrastrutture di ricerca esistenti, le competenze scientifico tecnologiche degli Enti partecipanti al progetto e dei propri ricercatori nell’ottica della realizzazione del più grande Laboratorio Multidisciplinare distribuito per la ricerca scientifica e tecnologica marina d’Europa. La forza del progetto IDMAR consiste nella messa a sistema di un parco di infrastrutture e sistemi di test, qualifica, misura e sviluppo di tecnologie e servizi, unico nel panorama europeo e forse mondiale.
Il progetto è stato scelto perchè permette di sviluppare competenze digitali, statistiche e di educazione civica, nell'ambito della ricerca in un ambiente marino.
IDMAR è un progetto di ricerca finanziato nell’ambito del PO FESR 2014-2020 Asse prioritario 1 Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Innovazione - A “Sostegno alle infrastrutture della ricerca considerate strategiche per i Sistemi Regionali ai fini dell’attuazione e della realizzazione di una delle tre infrastrutture considerate strategiche per lo sviluppo socio economico del territorio da parte della Regione Siciliana.
Il progetto ha un valore di 40 milioni di euro, finanziati per metà dalla Regione Siciliana nell’ambito del PO FESR 2014- 2020 e il restante 50% dagli enti stessi: INFN che è il coordinatore, INGV e CNR. Le sedi coinvolte sono quelle di Portopalo, Catania, Milazzo, Palermo e Capo Granitola.
I nodi di Portopalo e Catania vedranno il completamento delle infrastrutture terrestri e sottomarine di EMSO e KM3Net. In particolare, verrà potenziato un laboratorio di ricerca a Portopalo che ospiterà i sistemi di alimentazione e acquisizione dati delle infrastrutture sottomarine e verrà realizzata una dorsale tecnologica, unica nel Mediterraneo, in grado di permettere la connessione a profondità abissali di decine di strutture di rilevamento e ricerca in real time dell’ambiente marino profondo.
A Palermo, l’INGV avrà a disposizione una sede all’avanguardia dotata di laboratori di meccanica ed elettronica, che permetteranno lo sviluppo di nuovi sistemi di monitoraggio in real time dell’ambiente marino profondo. A Milazzo, invece, sempre l’INGV potrà contare su nuove piattaforme di monitoraggio sia per attività programmate che per campagne straordinarie (ad esempio monitoraggio antinquinamento, campagne di rilievi acustici sottomarini). Nel nodo di Capo Granitola del CNR-IAMC, invece, verrà realizzata un’infrastruttura per misure di acustica marina costituita da una vasca di 10 metri di profondità e da un laboratorio di acustica a supporto. La conclusione delle attività del progetto era prevista per dicembre 2020 ma, purtroppo, la pandemia ha bloccato drasticamente le operazioni, in particolare quelle relative alle costruzioni edili e alle attività di posa di cavi e sensori in mare. Bisogna considerare che queste ultime attività, inoltre, hanno dei vincoli stagionali e climatici per poter esser svolte e quindi non sarà semplice recuperare il ritardo.
Ce ne sono diverse, perché sono molte le ricerche che beneficiano di questi laboratori. Dal punto di vista della fisica, KM3Net ci permette di studiare elementi chiave per l’astronomia multimesaggera come l’esplosione delle stelle di neutroni, sfruttando l’acqua come scintillatore e i sensori acustici per tracciare geometricamente i neutrini ad altissima energia.
In geofisica, possedere una rete cablata di osservatori e rilevatori acustici sottomarini significa riuscire a identificare tempestivamente eventuali terremoti o tsunami anche molto distanti da noi. Vuol dire inoltre raccogliere una grandissima quantità di dati e soprattutto in modo continuativo.
Avere delle grandi orecchie in profondità, inoltre, ci dà informazioni importanti anche sull’inquinamento acustico nei mari, che è un fattore di rischio elevato e tenuto ben in considerazione nella Marine Strategy europea, ovvero il piano strategico elaborato per la difesa dell’ambiente marino.
A volte i risultati sono trasversali tra discipline. Ad esempio, grazie ai rilevatori acustici è stato possibile captare il passaggio di alcuni capodogli e determinarne anche la stazza. Ciò ha un impatto non solo sulla ricerca dei biologi marini, ma anche dal punto di vista economico- sociale. A partire da questi dati sui cetacei, infatti, attraverso dei modelli matematici, è possibile ricostruire una catena alimentare più estesa ed avere informazioni anche su altre famiglie, come quella dei tonni rossi che popolano il Mediterraneo, ad esempio, e fornire indicazioni utili per definire le quote di pesca sostenibile.