A pochi passi dalla città di Cagliari, troviamo uno dei percorsi naturalistici più belli dell’isola: il parco di Molentargius Saline.
Per i cittadini della città metropolitana il parco rappresenta una zona di svago, un’oasi di bellezza inaspettata, unica nel suo genere perché praticamente inurbata, formata da specchi d’acqua e antiche saline. Questa zona umida è l’habitat ideale per oltre 200 specie di volatili e per i fenicotteri rosa, maestosi animali che si possono ammirare lungo tutto il percorso delle vasche salanti e che dal 1993 hanno scelto il Molentargius come area di nidificazione e ne sono diventati il simbolo.
Il nome del Parco deriva dalla lingua sarda molenti (asino), animale che veniva utilizzato per il trasporto del sale estratto dal bacino. Questo sito naturalistico fu inserito già nel 1977 fra le 56 zone umide dell’Italia comprese nell’elenco della Convenzione di Ramsar. Il parco ricopre 1.660 ettari del territorio del Campidano e si incunea nelle zone urbane di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius e il litorale del Poetto. (vedasi infografica statica)
Il territorio è suddiviso in aree di acqua dolce e altre di acqua salata; gli stagni d’acqua dolce sono il Bellarosa minore e il Perdalonga mentre le zone salate sono il Bellarosa maggiore e il Perdabianca.
Le zone dolci sono arricchite da piante palustri, come canne e tifeti, mentre i luoghi di salinità da essenze alofile come salicornie e specie endemiche.
La visita al Parco può essere impostata secondo diverse modalità: si può optare per tour guidati a piedi, in bici o in bus elettrici.
Il Parco negli anni passati organizzava svariati eventi, come assistere alle fasi della produzione e raccolta del sale, oggi rappresenta una zona di forte attrazione turistica con una media di 15.000 visitatori all’anno.
Esaminando i dati, forniti da ”Infopoint Molentargius Saline”, si osserva come a partire dal 2017 si sia registrato un calo dei contatti e dei visitatori locali, mentre si è mantenuto un trend positivo per ciò che si riferisce alle visite da parte di turisti provenienti da altre regioni italiane e dall’estero. Questa è una buona premessa per icrementare le presenze presso le strutture ricettive locali e ridurre il gap rispetto ad altre località turistiche della nostra Penisola che godono dell'attrattiva di Parchi naturali. (Riferimenti nell'infografica interattiva n.1)
Il paesaggio mozzafiato è il risultato dell’attività estrattiva e le saline, rivelatesi motore di sviluppo per le biodiversità, conservano ancora edifici, strutture, vasche, canali e ponti in ferro risalenti a diverse epoche.
La storia del Molentargius è strettamente legata a quella delle saline, fonte di ricchezza economica per Cagliari fin da tempi antichi: ne sono testimonianza la dedica scritta dal liberto Cleone al dio Esculapio, risalente al 150 a.C. e la presenza di una comunità di lavoratori cristiani, gli immunes salinarum, risalente al tardo Impero romano.
Nel corso dei secoli la zona ha subito innumerevoli cambiamenti. A partire dai primi anni dell’Ottocento, visti gli ingenti introiti che provenivano dalla produzione del sale, monopolio Regio sin dai tempi della dominazione spagnola, si decise di trasformare le saline cagliaritane in vera e propria industria. Nei decenni successivi i lavori continuarono incessantemente e negli anni Trenta del secolo successivo, grazie ai finanziamenti dello Stato a favore delle grandi opere industriali, furono bonificate le aree intorno, ammodernati gli impianti, costruite le nuove architetture della Città del sale e gli impianti per le lavorazioni speciali.
Alla fine della Seconda guerra mondiale le saline persero gradualmente importanza e la crisi divenne ancor più grave intorno agli anni Sessanta soprattutto per la concorrenza di impianti nazionali e internazionali; a questo si aggiunse l’inquinamento dovuto all’espansione urbanistica attorno al Parco che portò alla sospensione delle attività nel 1985.
Nel 1999 nasce il Parco Naturale Regionale Molentargius – Saline con la Legge Regionale 26 febbraio N. 5 che, all’art.1, comma 2 recita:
“Il Parco assicura la gestione unitaria del complesso di ecosistemi delimitato ai sensi del successivo articolo 2, garantendo, anche in considerazione della loro rilevanza internazionale, la conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, storiche e culturali, la loro fruizione sociale, la promozione della ricerca scientifica e della didattica ambientale, nonché lo sviluppo delle attività economiche compatibili, in primo luogo di quelle connesse con la produzione del sale, tradizionali, agricole, zootecniche, artigianali e turistiche, e la riqualificazione ecologica degli insediamenti.”
Accanto alle finalità imprescindibili di conservazione e valorizzazione delle risorse naturali ambientaliste, il Parco quindi prevede anche le attività economiche compatibili e di fruizione sociale fra le quali quelle del progetto da noi scelto “RECUPERO DELLE STRUTTURE DELLE EX SALINE DI STATO PER FINI TURISTICI E DIDATTICI”.
I FESR 2014 relativi alla programmazione 2014-2020 hanno previsto il finanziamento del risanamento delle ex saline di Stato e il recupero di alcuni edifici in pessime condizioni. (Riferimenti nell'infografica interattiva n. 2)
Il nostro prossimo impegno sarà quello di effettuare interviste presso i centri interessati per proseguire il nostro monitoraggio civico.