I lavori di restauro delle facciate interne ed esterne del viale Douhet, della famigerata Reggia di Caserta, celano un complesso ed articolato iter di sviluppo. Si tratta di un’attività che si sviluppa nell’ambito della cultura e del turismo e ha come programmatore il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, mentre come attuatore e beneficiario la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della regione Campania. L’iniziativa nasce dal FESR (fondo europeo di sviluppo regionale) in seguito ad alcuni crolli avvenuti tra la fine di settembre e inizio ottobre 2012, i quali hanno acceso i riflettori sullo stato di degrado della decorazione architettonica delle facciate. Questa problematica avrebbe messo a rischio non solo la pubblica incolumità ma sarebbe stata deleteria per la conservazione del monumento. Pertanto si presentò la necessità di stabilire un importante obiettivo tematico, che tutt’ora viene rispettato: conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale. In seguito ai crolli le facciate sono state transennate, mentre l’iter per l’aggiudicazione dei lavori di restauro si è definito solo all’inizio del 2014. I lavori sono incominciati ufficialmente il 04/03/2015 e si era previsto di completarli entro l’08/05/2017 ma, analizzando i dati, decisamente si evince che la data del termine di tali lavori è stata prorogata e non di poco. Quantunque sia passato tempo e i lavori non risultano completi, si è verificata una progressiva crescita economica riguardante questi lavori: infatti dal 2015 al 2018 c’è stato uno sviluppo economico del circa 49% dei pagamenti. Il costo pubblico è stato di €11.400.000,00 (€8550000,00 finanziati dall’Unione europea, €2850000,00 dal Fondo di Rotazione), sebbene i pagamenti effettuati siano ancora €7.511.990,79. (Vedi infografica statica 1 e interattiva 2-3). Non c’è da sorprendersi se i tempi stimati per il completamento dei lavori non siano stati rispettati. In effetti bisogna considerare che l’esecuzione dei lavori si è dovuta verificare contemporaneamente alle normali attività istituzionali e quelle turistico-ricettive, che non possono essere interrotte. Infatti nel 2015 la Reggia contava circa 497mila turisti; nel 2016 si è avuto un incremento del 37% e nel 2017 più di 830mila persone si sono recate nella reale residenza borbonica (a fronte delle 680mila dell’anno precedente). L’accurata ricerca fino ad ora condotta ci ha portato, in particolare nella fase 2 (“Analizzare”) del monitoraggio civico in corso, a considerare maggiormente quelli che sono i fattori numerici che concretamente entrano in campo quando si va a studiare un qualcosa che subisce dei mutamenti. Con i sovvenzionamenti, si puntava esclusivamente a portare quel luogo (più in generale quella cosa) alla sua massima espressione in termini etici e comunicativi. In particolare in questo progetto, le circostanze matematiche che sono emerse ricorrendo al ricco OPEN database hanno ulteriormente consolidato le nostre convinzioni, manifestando con chiarezza come i diversi valori siano in linea con le aspettative. Come ben sappiamo, però, il mondo dei numeri non ha alcuna cornice ed è sempre OPEN a nuovi “scavi” o rivelazioni; soprattutto in base a ciò il rilevamento di tutte le informazioni, le stime e le cifre tirate in ballo non sarà mai portato veramente al suo termine ultimo, fermandosi “soltanto” alla human knowledge. Nel nostro caso, abbiamo avuto la certezza di come un territorio così zeppo di testimonianze antiche quale il nostro si possa mescolare a sfaccettature prettamente innovative, restando quindi sempre al passo con le nuove scoperte. La chiave di arrangement storico-moderna proposta dal binomio “storia”-analisi matematica è fondamentale per far sì che si giunga effettivamente al miglioramento e riqualificazione auspicati dalle politiche di coesione. Fondamentalmente l’approfondimento di data searching effettuato ha condotto ad uno studio consapevole e sistematico dell’intera esperienza, rivelandone anche i meandri più reconditi e non propriamente visibili at first glance.