Si sa che la ricchezza di un territorio è fortemente collegata non solo alle dinamiche economiche ma, soprattutto, al complesso delle bellezze architettoniche, artistiche, paesaggistiche e culturali in esso presenti. Negli ultimi anni molti sono stati gli sforzi per rendere la cultura accessibile ad un numero sempre maggiore di fruitori e molti sono i Paesi che si sono mossi in questa direzione; in Italia, la Regione Campania ne è stata pioniera. Move to cloud è, infatti, il primo ecosistema digitale per i beni culturali realizzato in Italia. È un progetto di ben 12 ML di € che riunisce in maniera sistematica, in una piattaforma digitale, i beni culturali della Regione Campania. Questo progetto rende possibile,in questa situazione precaria, mantenere un rapporto vivo con la cultura, ormai sempre più condizionata dall’evento pandemico che ci mantiene sempre più distanti e lontani e che, infatti, ha avuto un notevole impatto sulla fruizione dei beni culturali: la stima della perdita economica del sistema cultura durante il lockdown è stata di 19 ML di visitatori e 78 ML di €(Cfr. infografica statica 1)
Il sistema riunisce in un unico ambiente digitale l’insieme delle bellezze artistiche, opere d’arte, musei, ville, siti di interesse archeologico e bellezze paesaggistiche, tutti fruibili su un’unica piattaforma. L’aspetto interessante di questo progetto è che non consiste in una semplice raccolta di dati ma consente di realizzare un ambiente digitale con un sistema aggregato di dati, che conferisce organicità (Data Lake).
Finanziato nell’Ambito di programmazione FESR, con il Programma POR FESR Campania 14-20, (Cfr. infografica dinamica 1) Move to Cloud è il primo in Italia che punta su una cultura diffusa e su un sistema che riesca a fondere la cultura con l’uso della rete, rientrando il finanziamento nell’Asse del potenziamento dell’Agenda digitale, che è anche uno degli obbiettivi più importanti dell’Agenda 2030 (Goals 8, 9).
Tale iniziativa promuove, inoltre, fortemente l’inclusione sociale poiché, grazie alla rete e ai costi ridotti, consente a tutti di collegarsi alla piattaforma in streaming e di seguire spettacoli e mostre d’arte superando ogni barriera. Un esempio è stata la partecipazione di tantissimi spettatori agli appuntamenti online del POR Campania FESR, che tanto successo hanno riscosso grazie alle rappresentazioni teatrali dal San Carlo di Napoli e alle tante produzioni inedite. Sicuramente l’interesse e la curiosità per questi eventi online incentiveranno lo sviluppo socio-economico e culturale del nostro territorio.
Un altro aspetto positivo di questo progetto, soprattutto in questo periodo di pandemia e per gli studenti in particolare, è la possibilità di visitare virtualmente i siti archeologici tramite la stessa piattaforma. Ciò consente di agevolare lo studio della Storia e della Storia dell’arte e renderlo, allo stesso tempo, interattivo e affascinante, grazie alla tridimensionalità dei contenuti rispetto alla bidimensionalità delle foto presenti sui libri scolastici.
Nell’ultimo anno, grazie a causa dei provvedimenti adottati al fine di contenere la diffusione della malattia pandemica ed entrati in vigore durante il 2020, e che hanno limitato, di fatto, la mobilità delle persone, alcuni beni e servizi culturali, come ad esempio libri, giornali e servizi a pagamento, hanno fatto registrare un incremento in termini economici ed una richiesta maggiore da parte dei fruitori i quali, avendo vissuto questo delicato periodo caratterizzato da numerose restrizioni, hanno coltivato i loro interessi attraverso beni e servizi accessibili tramite il web.
Nel contempo si sono evidenziate numerose criticità. Se è vero che la disponibilità dell’accesso ad Internet attualmente è essenziale per una transizione al mondo digitale, purtroppo sussiste un numero rilevante di famiglie che non dispone di una connessione stabile e veloce e che ha difficoltà a comunicare in qualsiasi ambito, lavorativo, scolastico e di altra natura. Uno dei principali problemi legati all’accesso ad Internet è il costo elevato di una rete fissa che ne garantisca un efficiente utilizzo da parte di ogni nucleo familiare. Eppure, da fonti ISTAT risulta che la percentuale riferibile all’utilizzo della rete internet dei cittadini campani, è sovrapponibile a quella nazionale: quindi il problema è che la realizzazione dell’Agenda digitale precede a rilento in tutto il territorio nazionale. Anche se la Campania è una regione all’avanguardia, i dati comunicano che lo strumento di comunicazione più utilizzato è lo smartphone rispetto a mezzi più adatti a esigenze lavorative o scolastiche come il laptop o il computer fisso da tavolo. (Cfr. infografica dinamica 2).
Ma tutto questo quanto costa in termini di sostenibilità? Visto che il processo di digitalizzazione è indispensabile e irreversibile ma che sappiamo avere dei costi elevati in termini di emissioni di CO2, occorre che si corra più presto ai ripari prima che sia troppo tardi.