Per noi dell’istituto Guido Parodi di Acqui Terme (AL) questo è il secondo anno in cui abbiamo occasione di partecipare ad ASOC. Dei quattro gruppi partecipanti il nostro comprende tutti gli alunni della 4A liceo scientifico e alcuni studenti della 4L liceo artistico.
Quando abbiamo per la prima volta sentito parlare del Complesso Monumentale di Santa Croce ci siamo immediatamente chiesti come mai potesse trovarsi una struttura caratterizzata da un così grande valore artistico, realizzata dalle più illustri maestranze pontificie del Rinascimento, nel piccolo comune di Bosco Marengo, in provincia di Alessandria. La struttura viene descritta come un gioiello rinascimentale, metaforicamente prelevato dalla Roma dei grandi Papi e posizionato in una sperduta località della nostra provincia. Il merito di questo lascito architettonico è da attribuirsi all’unico pontefice alessandrino Pio V, eletto papa nel 1566 e divenuto santo, al secolo Antonio Ghislieri, nativo di Bosco Marengo.
Noi tutti abitiamo a pochi chilometri dal piccolo comune, nelle colline acquesi, eppure non ne avevamo ancora sentito parlare. Si tratta infatti di una struttura molto poco valorizzata a livello locale; la maggior parte degli alessandrini ignora l’esistenza di una tale gemma nelle immediate vicinanze.La struttura è paradossalmente molto più nota e apprezzata in ambiente estero, specialmente grazie all’impegno dell’ illustre cittadino di Acqui Terme (AL), Giulietto Chiesa, recentemente scomparso.
Nel progredire con le ricerche abbiamo infatti scoperto che Santa Croce ha ospitato per ben due volte (nel 2009 e nel 2013) le conferenze del World Political Forum, ospitando in blindatissime riunioni personaggi del calibro di Mikhail Gorbaciov, Helmut Kohl, Wojciech Jaruzelski, Giulio Andreotti, Bono Vox, Francesco Cossiga, Jacques Delors, Ralf Dahrendorf per citarne alcuni.
È per questa improbabile combinazione di caratteristiche che il complesso conserva: la assoluta mancanza di riconoscimento del suo valore artistico su base locale, unita ad una fama internazionale che porta grandi potenze mondiali proprio a Bosco Marengo, tra i tanti panorami del Bel Paese.
Riconoscendo Santa Come un monumento già di per sé meritevole di maggiore riguardo da parte delle istituzioni locali e nazionali, unitamente al valore aggiunto che le attenzioni internazionali vanno inevitabilmente a comportare, il nostro team si pone l’obiettivo di individuare le soluzioni perseguibili per valorizzare al meglio questa splendida opera.
Una volta individuato il target della nostra ricerca, il team si è concentrato sulla scelta delle immagini e messaggi che ci avrebbero rappresentati ed ha curato l’organizzazione interna, assegnando i ruoli.
La distribuzione di questi è avvenuta con sorprendente facilità, nella propria individualità, ognuno ha incontrato aspetti di un particolare incarico che maggiormente si avvicinassero le sue capacità ed esigenze, i più creativi e talentuosi hanno occupato le posizioni di designer, coloro che nutrono una particolare cura nella pubblicazione di contenuti sui profili personali hanno abbracciato con piacere il ruolo di social media manager e blogger, le personalità caratterizzate da spiccate capacità organizzative e leadership sono emerse come Head of Research, i pochi indecisi si sono uniti a coloro che hanno scelto di ricoprire la posizione di Analisti e Coder, insostituibili motori della ricerca in atto.
Abbiamo quindi iniziato la ricerca di un nome capace di rappresentarci.
Superata una iniziale penuria di idee, alcune valide possibilità si sono distinte, tra le quali abbiamo individuato un chiaro vincitore:“Santa Croce Uncovered” (Santa Croce Scoperta) incamera alla perfezione il senso di esplorazione della perduta bellezza del Complesso Monumentale, trasmettendo il messaggio in maniera semplice e diretta.
Il nostro logo, frutto dell’ingegno dei nostri designer, rappresenta con efficacia ancora maggiore il senso di scoperta ed esplorazione (figurativamente rappresentato dalla lente di ingrandimento) di un patrimonio che concede il proprio fascino suggestivo con un trasporto sensazionale, avvincendo l’osservatore come in una performance teatrale(da cui il sipario aperto a rivelare il frontone della chiesa nel suo protagonismo). Si tratta senz’altro un’opera la cui straordinaria magnificenza parla da sè.
Avventurandoci nella nostra ricerca abbiamo inizialmente condotto le attività in autonomia, documentandoci su siti istituzionali quali: www.museosantacroce.it, www.amicidisantacroceboscomarengo.it/. Ha seguito la consultazione di alcun articoli ( come : Gorbaciov in Val Padana ) e documenti di particolare rilievo (RUP Relazione S.Croce).
Allo stesso si sono svolte frequenti riunioni, sia per confrontare i progressi fatti, sia per ricevere prezioso feed-back dalle docenti referenti del progetto.
Il team si è messo in contatto con Caterina Giacalone, Assessore alla Cultura, a Santa Croce e alle Politiche giovanili del Comune di Bosco Marengo, che ha condiviso un filmato realizzato per promuovere il Complesso (Santa Croce di Bosco Marengo), preziosa fonte di informazioni.
Di particolare rilevanza è stato l’incontro con Stefano Pezzato, in servizio presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Bosco Marengo, durante il quale abbiamo avuto occasione di approfondire ulteriormente la nostra conoscenza sul complesso di Santa Croce.
Nello specifico sono state condivise con noi importanti informazioni sullo svolgimento dei lavori, iniziati il 25 giugno del 2015 e sono finiti il 17 dicembre dello stesso anno.
Ha immediatamente colto l’attenzione la brevità di questo intervento, le cui motivazioni ci sono state illustrate dal Sig.Pezzato.
Lo svolgimento delle attività di restauro non ha, fortunatamente incontrato particolari intoppi, l’unico inconveniente significativo si è presentato con il crollo di un condotto (realizzato nel ‘500) che aveva la funzione di trasportare l’aria calda proveniente dalle cucine e di riscaldare il pavimento del piano superiore dove si trovavano le celle degli ospiti del complesso: un predecessore dell'odierno sistema di riscaldamento a pavimento.
Lo scopo di questa operazione di ammodernamento e restauro era quello di rendere il Complesso pronto ad ospitare una di Scuola di restauro, progetto tuttora in assoluta stasi: la struttura è, conseguentemente, rimasta inutilizzata.
Gli ambienti ricavati, tuttavia, godono di una significativa flessibilità: è per questo che si è infatti pensato, ad esempio, di attrezzare un distaccamento dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale nel complesso.
Il principale impedimento a questa ipotetica designazione è rappresentato dai costi di gestione, poiché i locali disponibili sono caratterizzati da luce e altezza decisamente importanti: riscaldarli si rivelerebbe dunque piuttosto costoso.
Questo dato più di tutti ha lasciato il team piuttosto interdetto, facendo inevitabilmente supporre che nella realizzazione del progetto la fruibilità futura non sia stata adeguatamente presa in considerazione.
Ci troviamo dunque d’innanzi a una molteplicità di soluzioni: da una parte la apparentemente ormai sfumata possibilità di destinare gli spazi alla scuola di restauro, dall’altra la costosa opzione di adibire gli spazi come distaccamento dell’Università degli studi del Piemonte Orientale.
Entrambe le alternative sembrano essere irrisolvibilmente segnate da complicazioni, sorte in un momento successivo alla pianificazione dei lavori, che le hanno ridotte ad un, perlomeno momentaneo, stato di inattuabilità: potrebbe quindi esistere una terza opzione?
La risposta a questa domanda è ciò che, mediante certosine ed approfondite attività di ricerca già in atto, il nostro team - Santa Croce Uncovered - punta ad individuare.