I Misteri di Campobasso posso essere definiti delle sacre rappresentazioni. La loro origine risale alla metà del XIV secolo, in occasione della visita in città del feudatario dell'epoca. Le principali corporazioni cittadine di artigiani, per rendere omaggio all'illustre ospite, allestirono rappresentazioni sacre su palchi in legno collocati nei pressi delle chiese. Si trattava di rappresentazioni allegorico-religiose costituite da una imponente ed elaborata struttura scenica e da diversi figuranti che, al passaggio del corteo, animavano la scena con canti e recitazioni. A partire dal secolo successivo, le principali confraternite laiche della città, per solennizzare la festività del Corpus Domini, presero l'abitudine di rappresentare scene sacre, il cui soggetto variava di anni in anno, su barelle che venivano portate a spalla in processione. Le confraternite, intorno alla metà del XVIII secolo, commissionarono allo scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno la progettazione di macchine che assicurassero stabilità alle raffigurazioni, in modo che le scene rappresentate fossero sempre le stesse e i figuranti avessero sempre gli stessi atteggiamenti. Di Zinno studiò un'armatura verticale su piattaforma di legno, da portare in spalla, che avrebbe retto dei bambini su sapienti diramazioni, mentre alla base si sarebbero collocati gli adulti.
La sfilata che si svolge oggi a Campobasso ha caratteristiche identiche a quelle del 1748. Nel giorno del Corpus Domini, tutti coloro, che devono interpretare i vari personaggi (adulti e bambini), si danno convegno nei locali di via Trento, dove i Misteri sono attualmente custoditi. Lì si riuniscono anche i portatori, più di 200, e le bande musicali. I personaggi si vestono e vengono aiutati ad arrampicarsi sui rami metallici, ai quali saranno imbrigliati con apposite cinghie. La sfilata si apre con Sant'Isidoro, a seguire San Crispino, San Gennaro, Abramo, Maria Maddalena, Sant'Antonio Abate, l'Immacolata Concezione, San Leonardo, San Rocco, l'Assunta, San Michele, San Nicola e il SS. Cuore di Gesù. Alle 10,00 in punto si apre il cancello, il caposquadra grida "Scannètt allèrt" ed al battere per tre volte della canna palustre sulla base, i portatori sollevano il Mistero che, come per incanto, prende vita e comincia ad ondeggiare. La banda inizia ad intonare il brano musicale, sempre lo stesso da anni ed i Misteri attraversano Campobasso antica, sfiorando i balconi, si fermano, sostano e riprendono ad ondeggiare ritmicamente tra migliaia di persone che fanno da ala al loro passaggio. Le strade percorse sono le principali del centro abitato: via Sant'Antonio, via Umberto I, via Cavour, corso Bucci, corso Vittorio Emanuele II, via Petrella, via Regina Elena, via De Attellis, via Trieste, via Torino, via Milano, via Marconi. Intorno alle 13,00 in piazza municipio, il corteo riceve la solenne benedizione del Vescovo per far rientro sempre sfilando, nei locali dove sono custoditi. Data la massiccia partecipazione popolare alla manifestazione, la concomitante presenza di una fiera nelle strade del centro, e la chiusura al traffico del centro abitato è tassativamente sconsigliato l'uso delle autovetture, che nel giorno della manifestazione invadono anche le vie periferiche della città. Nello stesso giorno si svolge una fiera, attesa tutto l'anno dai campobassani e dagli abitanti dei paesi dell'hinterland, nell'area del vecchio campo da calcio in via Monsignor Bologna, con venditori ambulanti, anche extracomunitari, provenienti da tutta Italia.
I diciotto Misteri di Campobasso venivano custoditi a gruppi di 6 nelle tre maggiori chiese campobassane: Sant'Antonio Abate, Santa Maria della croce e SS. Trinità, la cattedrale della Città. Con il terremoto del 26 luglio 1805 molte chiese e molti edifici andarono distrutti, tra queste la chiesa della SS. Trinità e quella di Santa Maria della croce. Proprio per questa ragione alcuni misteri andarono distrutti, tra questi: la SS. Trinità, il Corpo di Cristo, la Madonna del Rosario, San Lorenzo, Santo Stefano e Santa Maria della Croce. Da allora sfilarono sempre in 12 fin quando nel 1959, i fratelli Tucci realizzarono un tredicesimo Mistero, su un disegno attribuito al Di Zinno, il SS. Cuore di Gesù. il Mistero della SS. Trinità fu decretato sussidiario e fu custodito dalla congregazione maggiore dei Trinitari. Il Mistero del Corpus Domini veniva chiamato Volgarmente Calicione, perchè l'allegoria dell'eucarestia veniva rappresentata da un immenso calice sopra il quale, verosimilmente, alcuni angeli tenevano sospesa la figura di un'ostia consacrata; questo Mistero apparteneva alla congregazione minore del Corpo di Cristo ed era custodito dai Crociati di Santa Maria della croce. Il Mistero della Madonna del Rosario pare avesse come caratteristica peculiare la rotazione della figura della Madonna su se stessa durante il trasporto. Veniva custodita dai Trinitari. Il Mistero di San Lorenzo rappresentava forse la scena del marito del santo sulla graticola, con visione celeste dall'alto. Veniva anch'esso dai Trinitari. Il Mistero di Santo Stefano ne rappresentava la lapidazione e la visione "video caelos apertos". Ne gestiva la manutenzione e la custodia la famiglia Diodati, che venerò in modo specifico il santo fino alla prima decade del secolo XIX. Questo Mistero apparteneva ai Trinitari. Del Mistero di Santa Maria della Croce, voluto e finanziato dalla congrega di battenti Crociati e custodita a Santa Maria della Croce , esisteva un disegno rammentato dal De Luca, ma che presumibilmente riproduceva già una variante della macchina quale era stata veduta dagli anziani del tempo durante le sfilate in cui era ancora in funzione.