
La sanità in Sardegna è un argomento assai complesso e delicato. Sebbene sia una regione 
autonoma e provvista di vari presidi sanitari, forniture necessarie e personale, questa è 
disorganizzata e dispone di una mancanza sostanziale di fondi.  
Tutto ciò cosa comporta? Strutture disorganizzate, impreparate e non agibili (sia per i pazienti 
che per i dipendenti). 
La questione è aperta da diversi anni, senza trovare mai una soluzione completa al problema. 
I dati raccolti dimostrano chiaramente che da prima del 2010, sono stati avviati i fondi per varie 
ristrutturazioni. Non si sa effettivamente quanti di questi fondi siano stati usati, e se le istituzioni 
abbiano dedicato abbastanza tempo al progetto. 
Nella provincia del Sud Sardegna si contano quattro ospedali (due dei quali in decadenza). 
Il nostro team punta a monitorare tutto ciò:  
un comitato qualificato di esperti, con 100 rappresentanti delle diverse categorie tra utenti, 
istituzioni, professioni sanitarie, management aziendale e industria medicale ha valutato le 
prestazioni con l'obiettivo di fornire "un contributo alla definizione delle politiche sanitarie, 
con la finalità di rappresentare una modalità 'terza' di valutazione dei livelli di tutela e 
promozione della salute a livello regionale, capace di fornire una indicazione sul livello 
di legittima aspettativa che il cittadino può detenere nei confronti della salute 
perseguibile nei diversi contesti regionali".  
Misurando le prestazioni sanitarie della Sardegna, essa si colloca nelle ultime posizioni insieme 
a Sicilia, Molise, Puglia, Basilicata, Campania e Calabria. Ciò che è stato preso in 
considerazione per tale analisi, è stata la domanda e non l'offerta pubblica.  
"Il progetto - dicono gli esperti - evidenzia come il divario Nord-Sud nel Sistema Sanitario 
nazionale italiano trovi una nuova declinazione nei criteri di misurazione della performance. 
In ogni caso il divario di chi opera tra regioni in sostanziale equilibrio e in regioni in piano di 
rientro, tende a ridursi progressivamente rispetto alle condizioni di 'ritardo' delle regioni in piano 
di rientro".  
In conclusione i livelli di soddisfazione sono relativamente scarsi; anche i migliori risultati 
regionali raggiunti sono infatti ben lontani da una performance ottimale (osserva il report) 
soprattutto nella prospettiva degli utenti e delle istituzioni; di contro, professionisti sanitari e 
management aziendale risultano decisamente più 'realisti' rispetto ai livelli raggiunti. 
Sul lato dell'offerta invece prevale il convincimento degli esperti, suffragato peraltro da molte 
ragioni, come quella di avere fatto il massimo con le risorse disponibili".  
Di seguito alleghiamo dei grafici esplicativi sulle cause scatenanti, mettendo in luce come 
il disagio sia derivato principalmente da una situazione medica di origine puramente 
naturale, ovvero molte persone in Sardegna soffrono di malattie croniche.  
Il gruppo seguente mostra gli accessi agli ospedali da persone di età diverse in un arco di 
quattro anni.  
Mentre i due grafici successivi mostrano in modo esemplificativo quante persone nel 2017 e 
nel 2018 siano appartenute alle categorie di persone che si recano più frequentemente negli 
ospedali.  
Possiamo notare che nel 2018 molte persone anziane sono decedute, “lasciando il posto”.

            
            
            
            
            
              
	
            
                
            