Noi studenti della 3^ A del Liceo Scientifico “G.A. Pischedda” diBosa stiamo lavorando a un progetto innovativo nell’ambito dei PCTO. Si tratta di Asoc, acronimo per “A Scuola di OpenCoesione”, che ci consente di valutare come siano stati spesi dei finanziamenti pubblici per la manutenzione e la valorizzazione dei beni nel nostro territorio.
Durante la Lezione 1 “Progettare”, i docenti referenti e di supporto, insieme al referente di Europe Direct, ci hanno illustratoin cosa consistesse il progetto, i suoi obiettivi e quanto fosse importante svolgere un’attività di questo tipo per conoscere come le politiche di coesione intervengano nel nostro territorio. Divisi in gruppi abbiamo valutato sul portale di OpenCoesione diversi progetti concernenti la città di Bosa, successivamente ognuno ha presentato la propria idea e dopo un lungo confronto, in cuiabbiamo motivato le nostre scelte, abbiamo optato per il finanziamento “Interventi nel quartiere medievale di Sa Costa”. Abbiamo subito notato che questo finanziamento era stato già monitorato nell’anno 2016/17 da una classe dell’indirizzo Economia Finanza e Marketing del nostro Istituto ma dietro sollecitazione del referente di Europe Direct, che ci invitava a valutare se quel progetto a distanza di anni avesse conosciuto una fase evolutiva, e valutando l’importanza e il forte valore rappresentativo che il quartiere medievale, con la vivacità dei suoi colori, insieme al Castello Malaspina, riveste per la città di Bosa, abbiamo iniziato la nostra ricerca con grande motivazione.
Per cominciare, ci siamo divisi in gruppi, in base al ruolo rivestito: il gruppo dei project managers, assiste, coordina le attività dei gruppi e raccoglie gli esiti delle ricerche per compilare il report di lezione; quello dei social media managers ha la gestione degli account social e aggiorna i followers sui progressi del nostro lavoro; quello dei coders che reperisce i dati utili alla nostra ricerca; quello dei designers che si occupa della grafica ed in questa fase ha lavorato alla realizzazione del logo identificativo del nostro team, che rappresenta proprio i fabbricati del quartiere Sa Costa interessati dall’intervento; al logo si accompagna il nome del nostro gruppo di lavoro, “Step Up”, che significa “salire” o meglio “farsi avanti” e rappresenta a pieno la nostra propensione a portare avanti questa ricerca.
In classe, durante le ore disponibili, ci siamo attivati per portare avanti il progetto. Lo scopo del nostro lavoro è quello di riuscire a capire se ad oggi gli interventi di riqualificazione degli immobili e della viabilità abbiano avuto le ricadute positive che si prospettavano per il rilancio turistico dell’area storica e la promozione dell’arte della lavorazione tradizionale del filet.
In questo progetto rientra infatti l’obiettivo di trasformare un insieme di abitazioni abbandonate in luoghi accoglienti dove la nostra cittadinanza potesse trovare prospettive di rilancio economico alla pari di quelle sviluppate della parte bassa della città.
Il quartiere medievale di Sa Costa nasce fra il XVI e il XVII secolo ma a risalire a questo periodo è solamente l’insieme delle abitazioni edificate immediatamente al di sotto del castello, che proseguono poi sino alla via del Carmine. A delimitare i "confini" di Sa Costa sono presenti due scale, poste alle due estremità, che conducono direttamente al castello, indicate con i nomi "S'Iscala 'e Sa Rosa"' e "S'Iscala e S'Ainu", entrambe costruite in trachite.
Un'altra curiosità è il tipico posizionamento delle case del quartiere, ubicate con la facciata sempre rivolta verso Nord, le cui cucine, dotate di forno, sono all’ultimo piano.
Gli ingressi di queste abitazioni sono generalmente due, posizionati a differenti altezze: uno a monte e l'altro a valle, sono sormontati da architravi, decorati con bassorilievi, databili tra il ‘500 e il ‘600. Un altro dettaglio significativo è rappresentato dai colori, che fanno risaltare le facciate degli edifici: si passa dal colore della trachite rossa sino ad arrivare ai colori pastello.
Ma è dall’interno del bellissimo quartiere che qualche rada apparizione umana, unita a scorci unici e inimitabili, ci fa veramente comprendere le potenzialità di queste mura millenarie mai sfruttate.