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Open Data, Monitoraggio Civico,

Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Raccontare la ricerca

ALLA RICERCA DELLA GIUSTIZIA PERDUTA

Premessa
Salve a tutti. Per questa nostra partecipazione a Open Coesione 2019 2010 intesa come sfida didattica rivolta a noi studenti,  il team  ha scelto all’unanimità, come oggetto della nostra ricerca,  il finanziamento UE  finalizzato alla realizzazione della Cittadella Giudiziaria a Salerno, localizzata  nell’area dell’ex scalo merci , e nuova sede del tribunale di Salerno. 
    Una volta ultimata, magistrati, avvocati, cittadini e impiegati del Palazzo di Giustizia potranno così disporre di una struttura adeguata alle esigenze della moderna amministrazione giudiziaria, nel settore civile, nel settore penale e in quello amministrativo. Una struttura in pieno centro cittadino, contrariamente ad una prima ipotesi degli anni Ottanta che prevedeva la delocalizzazione del tribunale sulla litoranea orientale della città. Dal punto di vista urbanistico il progetto dell’archistar inglese David Chipperfield rientra nella tipologia standard dei palazzi di giustizia, proponendo un continuum di palazzine articolate in otto moduli, immerse nel verde, con ampie vetrate, che accentuano l’aspetto verticale, in contrasto con l’orizzontalità del basamento da cui i blocchi emergono. Nonostante ciò il completamento delle strutture componenti la Cittadella è atteso da tutti i cittadini di Salerno da quasi venti anni e sono in molti a chiedersi se sia valsa la pena aspettare così lungamente la conclusione dei lavori. 
    Per questo il nostro team di cittadini responsabili  ha deciso di  intervenire sul lato comunicativo, in modo da rassicurare i nostri concittadini sul reale andamento  dei lavori programmati. Per fare ciò ci siamo divisi in due gruppi, uno addetto al lavoro sul campo mentre l’altro si è occupato della pianificazione degli interventi ed elaborazione dei dati acquisiti mediante video-interviste e rapporti   documentali.     Uno dei motivi che ci hanno portato a scegliere questo progetto e a interessarci ad esso è la presenza del Diritto tra le  nostre materie di studio; crediamo inoltre che lo studio curriculare della disciplina giuridica  sia da ritenere  estremamente importante perché è una colonna fondante della nostra società e di quelle che ci hanno preceduto. 
    Nel corso dell’iter programmato, all’indomani della raccolta dei dati i due gruppi si sono riuniti e confrontati riguardo  l’ideazione di un logo e di un nome efficace che rispecchiasse appieno il nostro percorso ed il nostro intento. Infatti, il titolo prescelto fa riferimento al termine  dike, che in greco antico identifica  la dea della giustizia incorruttibile e imparziale, e riprende il senso della nostra inchiesta: riportare i fatti alla popolazione così che la giustizia abbia una sede degna di tale nome. Per quanto riguarda il logo, ci siamo affidati ad uno studio di design del nostro territorio che è riuscito con  efficacia a trasmettere e riassumere la nostra ricerca. Il  nostro simbolo raffigura la cittadella  in versione animata che si serve dei fondi europei per crescere e li utilizza per essere finalmente terminata. 
    L’edificio sostituisce il vecchio tribunale situato a Corso Giuseppe Garibaldi, palazzo storico di Salerno che ci auguriamo sia rivalorizzato attribuendogli un’altra funzione di altrettanta importanza. Grazie a questo progetto, inoltre, stiamo a poco a poco diventando più maturi, più consapevoli su ciò che ci circonda ma, soprattutto, sull’essere considerati CITTADINI EUROPEI; diventando più cosmopoliti e sicuramente affrontando la vita con occhio diverso.
 
 Story Telling
Il progetto è stato diviso in più fasi, tutte ideate e pianificate in modo da rispettare e seguire le indicazioni  di Opencoesione. Prima di dividerci in due gruppi col compito di approfondire e ricercare tutti i particolari che riguardano la cittadella giudiziaria, abbiamo preso confidenza con le richieste della piattaforma tramite la visione dei video e delle slides suggerite. 
    Certamente ciò è stato utile per iniziare a capire cosa si intende quando si parla di monitoraggio civico e di open-data e di come questi due aspetti convivano tra di loro dipendendo l’uno dall’altro, in un quadro di politiche di coesione. 
    In seguito abbiamo attuato una strutturazione dei ruoli  così che i più esperti in tecnologia ed informatica potessero collaborare con chi è più predisposto e interessato alle tecniche giornalistiche e politiche pubbliche. In questo modo i due ambiti si sono incontrati interagendo tra di loro ed affascinando e coinvolgendo a vicenda i membri dei due gruppi. Le ricerche fatte hanno permesso di raccogliere abbastanza notizie da stendere dettagliati rapporti e soprattutto pensare e comporre le domande essenziali per il proseguo del nostro percorso.
     Infatti il fulcro del nostro progetto risiede nelle numerose video-interviste che abbiamo pianificato ed ottenuto grazie all’aiuto dei nostri docenti. Per il momento ne abbiamo realizzata una sola tra quelle programmate, ma forse questa rappresenta la più importante e significativa del nostro percorso. Infatti, durante questo primo incontro, siamo riusciti a relazionarci con una figura decisamente di rilievo del panorama politico della nostra città, ovvero l’assessore dell’Urbanistica Domenico De Maio. L’incontro ci ha presentato tante sfaccettature e soprattutto fornito notizie inedite difficilmente reperibili senza l’aiuto e la consultazione delle figure coinvolte  in  questa delicata vicenda. 
    L’assessore si è reso disponibile all’intervista e durante l’incontro ha risposto volentieri anche a domande critiche, non sottraendosi al confronto civile con gli studenti; non è da tacere che talvolta la rappresentazione evidenziava incongruenze e punti da approfondire, cosa che sicuramente le Istituzioni coinvolte, una volta acquisiti i dati contabili dagli archivi, provvederanno a chiarire.

ANALISI DATI 
Gli obiettivi che ci siamo prefissati riguardano il tema della Cittadella in tutte le sue sfaccettature e di approfondire le modalità di spesa de i fondi europei attraverso le inchieste e le interviste, trasmettendo infine il tutto alla comunità locale in modo da infondere un empowerment del senso civico di appartenenza. Nel nostro intento la ricerca è rivolta alla comprensione della consapevolezza degli operatori del settore legale (avvocati, magistrati, funzionari, etc.) e semplici cittadini  salernitani che interagiscono in vari modi con la struttura e le numerose corti che vi sono al suo interno. 
    Ciò è importante per comprendere al meglio come vengono utilizzate le risorse che le Comunità Europea elargisce per migliorare le infrastrutture e di conseguenza la vita dei cittadini. 
 L’obiettivo della Pubblica Amministrazione, era quello di creare un edificio giudiziario che non fosse intimidatorio, ma che comunicasse l’idea di giustizia piuttosto che di autorità, l’idea di una struttura aperta e accessibile. Inizialmente, il primo progetto della cittadella, collocava l’innovativa sede del tribunale di Salerno in una posizione molto defilata. Il cambio di ubicazione avvenne con l’insediamento a sindaco di Vincenzo De Luca che, usufruendo di un primo concorso internazionale di idee, spostò la sede nella zona prima dedicata allo scalo merci, molto più centrale, simbolo proprio dell’importanza del ruolo del tribunale nella società. In seguito, nel 1999, fu bandito un secondo concorso internazionale di idee che tramite una commissione decretò il vincitore della gara assegnando il progetto all’inglese David Chipperfield. 
    Dopo un primo avvio dei lavori nel 2000, con la previsione di chiudere il cantiere in circa due anni, i lavori si sono bloccati a causa della presenza di falde acquifere oltre che per il ritrovamento dei resti di antiche mura medievali e di una bomba risalente alla seconda guerra mondiale che ha causato non pochi problemi al proseguo dei lavori. Dopo svariate problematiche c’è stata la consegna delle prime tre palazzine  nel 2014. I lavori per il completamento delle restanti sono iniziati a gennaio 2016. Sicuramente alcune dinamiche sfavorevoli hanno rallentato i lavori, ma  nonostante nel 2016 siano stati stanziati nuovi fondi e possa sembrare che il compimento dei lavori dell’opera sia vicina, in realtà questi dovevano essere già ultimati da quasi due anni. 
    Purtroppo  non sono stati stanziati ancora tutti i fondi previsti ma  Salerno è una città in continua crescita e con la creazione del nuovo porto turistico nella zona orientale della città e l’allungamento della pista aereoportuale immediatamente a sud della città  più che mai questa infrastruttura si rivela tessera essenziale nel puzzle socioeconomico dell’impianto urbanistico locale.
    Così, quasi giornalisti di inchiesta, ci siamo incuriositi per cercare di capire quali siano stati gli impedimenti per i quali la Cittadella, dopo ben 20 anni, non è ancora stata ultimata, causa concomitante dei gravi ritardi nell'ambito giudiziario salernitano. 
Ripercorriamo l’accaduto: nel settembre 2002 l'impresa Romagnoli sull'area dello scalo ferroviario cittadino apre il cantiere della Cittadella Giudiziaria. La Romagnoli, una azienda di livello internazionale, per l'occasione costituisce un'associazione temporanea con le ditte Galli e Benvenuti, con le quali si aggiudica la gara d'appalto di 140 miliardi di lire offrendo un ribasso del 40 per cento. Nel rispetto della normativa europea il bando prevedeva per la consegna dell'opera finita la data tassativa del novembre 2004. Si era nel 1999 e la giuria del concorso intenzionale, qualificata dalla presenza di Oriol Bohigas e Fulvio Irace, scelse tra i numerosi concorrenti il progetto dell'architetto inglese David Chipperfield. 
    Decisivo allora fu l'orientamento del celebre urbanista catalano che aveva già definito nella bozza del nuovo piano regolatore lo sviluppo urbanistico della zona che si estende lungo la riva destra dell'Irno. Per comprendere la sistemazione della cittadella in quella parte della città, è necessario premettere che nello stesso anno veniva aperto, in presenza dell'allora Presidente del consiglio Massimo D'Alema, il cantiere del nuovo asse viario della Lungoirno. 
    Progettata da Oriol Bohigas, la nuova strada che costeggia per sette chilometri il corso del fiume, nasceva per creare un nuovo collegamento sulla direttiva nord sud della città rendendo infine il Palazzo di giustizia raggiungibile da tutte le località della Valle Dell'Irno. Per un gran disegno urbanistico si rendeva necessario dunque un architetto dotato di originali capacità progettuali. A Via Dalmazia si trova l'ingresso centrale della Cittadella: una grande scala semicircolare, realizzata con robuste lastre in granito scuro si sviluppa in perfetta armonia con i pilastri in cemento dell'atrio, ricoperti da un accattivante colore nero brillante. Su Via Cacciatori dell'Irno, invece, si affaccia l'altro prospetto dell'edificio, qui Chipperfield inventa nuove forme e colori: il primo fabbricato, disegnato a forma di un poliedro regolare, è ricoperto da lunghi pannelli di colore ocra che dominano la grande piazza. 
    E tuttavia ora si registra un ritardo nella consegna della Cittadella Giudiziaria al ministero di Grazie e Giustizia di diversi anni, mentre nel vecchio Palazzo di giustizia i fascicoli dei processi si accumulano fin nei corridoi. Tra le cause di questo lungo ritardo ci sono motivi strutturali che hanno determinato questa lentezza: il forte ribasso per aggiudicarsi il lavoro, il continuo ricorso da parte dell'impresa ai subappalti esterni che spesso si sono conclusi con il ritiro delle ditte che avrebbero dovuto lavorare in perdita. Ultimamente è stato completato anche il grande parcheggio della Cittadella Giudiziaria con 130 posti auto ricavati nella parte terminale del Palazzo di Giustizia. 
    Con questi dati cercheremo di capire cosa è stato effettivamente realizzato finora e cosa manca ancora da fare. In questa prima fase progettuale stiamo cercando di ottenere alcuni dati economici relativi alla realizzazione della Cittadella e mediante incontri con le varie figure istituzionali coinvolte. 
    Il lavoro proseguirà procedendo a relazionare, soprattutto con l’aiuto degli stessi cittadini di Salerno, il marcato e reale funzionamento di quest’importante e costosa  opera di importante interesse pubblico. Finora l’aiuto di ASOC si è rivelato determinante per la risoluzione di alcune pratiche di buon inizio, unitamente al partner BIMED (impegnato nella programmazione di eventi) e per convogliare il nostro impegno in azioni valide dal punto di vista procedurale, in modo che si rivelino efficaci nell’aumentare la consapevolezza civica del lavoro svolto dai nostri politici (in primis il nostro Primo Cittadino). 
    In tal  modo la trasparenza del loro operato non potrà che rafforzare il legame, fondamentale nelle democrazie, tra la cittadinanza tutta e la classe dirigente, per far sì che questo progetto urbanistico possa finalmente arrivare a conclusione. 
    Rileviamo infatti che la comunità europea è molto attenta a queste dinamiche politiche, dove frequentemente sui titoli dei quotidiani di settore (tipo il sole24ore), si riporta che parte dei fondi destinati all’Italia (meglio ancora alla Regione Campania, con azioni POR, FERS etc.)  ritornano nelle casse europee per incapacità della classe politica ad utilizzarli correttamente. Ad maiora