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Open Data, Monitoraggio Civico,

Politiche di Coesione nelle scuole italiane

Raccontare la ricerca di dati e informazioni

Analizzare, esplorare, proporre: i Garibaldi ‘s watchers alfieri del turismo culturale

Siamo convinti che il turismo sia uno straordinario volano di sviluppo: in un periodo di crisi economica di cui non si riesce a vedere la fine, la “materia prima” da utilizzare è, secondo noi, il nostro enorme patrimonio culturale. La Sicilia è tra le destinazioni turistiche più ambite, eppure, rispetto ad altre isole, attrae quote minori di turisti. E, in Sicilia, Marsala ha, secondo noi, delle grandissime potenzialità da spendere, tuttavia non riesce a raggiungere i numeri di presenze degni di una vera “destinazione turistica”. E’ mancata una vera strategia di lungo periodo, è mancata la visione complessiva ed è mancata una promozione “scientifica” del territorio. I turisti arrivano per conoscenza autonoma, ma poco si è fatto per un vero marketing territoriale. In questo quadro, particolarmente trascurati sono stati i beni culturali che, invece, sono attrattori turistici fondamentali. Seguendo questo ragionamento, vogliamo analizzare il Museo Archeologico Baglio Anselmi perché ha le potenzialità per essere uno dei motivi di un viaggio a Marsala. Il nostro obiettivo è capire perché queste potenzialità non si sono finora pienamente sviluppate e far conoscere le conclusioni della nostra ricerca ai cittadini, per far crescere una nuova consapevolezza e una spinta dal basso che possa servire a superare le criticità. Siamo convinti che, solo coinvolgendoli e promuovendo l’importanza del turismo culturale, sarà possibile conseguire un effettivo rilancio di Marsala come meta turistica.

Dopo aver scelto il progetto, abbiamo raccolto materiale sulla nascita del Museo e sulla nave punica, letto interviste e notizie sul progressivo arricchimento dei tesori che custodisce. A tal fine abbiamo consultato i giornali locali e intervistato i giornalisti  nostri concittadini per acquisire quante più informazioni possibile e portare a termine la nostra ricerca. Da queste indagini abbiamo così appreso che il Museo è andato via via arricchendosi di nuovi reperti, fino ad accogliere, nel 2005, un’importante Venere callipigia di provenienza asiatica, ritrovata senza la testa vicino la Chiesa di San Giovanni Battista. La statua, che doveva misurare circa 1,70 metri di altezza, rappresenta la dea Venere, nuda con vesti drappeggiate sotto i fianchi. Infine, il Museo si è arricchito di una nave oneraria di epoca romana, ricevuta, dopo tante polemiche, nel 2015 ed esposta al pubblico dal 2019. Si tratta di una nave da carico romana lunga circa 27 metri, segnalata da un gruppo di sub nel 1999 nei pressi del lido di Marausa, il cui recupero è stato ultimato nel 2011. È una nave da carico ben conservata ed il più grande relitto dell’epoca mai rinvenuto nei nostri mari. Inoltre, siamo venuti a conoscenza delle difficoltà nella gestione della struttura, che spesso hanno portato a chiusure nei periodi festivi, cioè proprio in quelli a più alta affluenza turistica. Abbiamo quindi analizzato gli scarni dati elencati in OpenCoesione e le notizie che hanno accompagnato l’inizio dei lavori finanziati. Tutto questo materiale sarà il nostro punto di partenza, in quanto ha fatto ancor più aumentare la nostra curiosità. Abbiamo intanto bisogno di sapere perché il progetto risulta essere ancora in corso e quali lavori sono stati finora realizzati, da chi e con quali costi. Per sapere tutto questo, il primo passaggio sarà una visita al Museo, per conoscerlo meglio e constatare di persona in che cosa consiste il progetto che esaminiamo. Alla visita seguirà un’intervista ai Dirigenti del Museo per conoscere gli aspetti tecnici dei lavori, le modalità di attuazione e i tempi di realizzazione. Per acquisire informazioni più complete, valuteremo l’utilità di richiedere ulteriori dati all’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, anche perché i dati pubblicati sono parziali e non è neanche indicata la data di fine lavori.

Dopo la fase di raccolta ed analisi dei dati, sarà possibile capire se i fondi pubblici sono stati fin qui utilizzati al meglio e cosa ancora si intende realizzare. Prioritario è verificare se il finanziamento erogato sia stato sufficiente a ristrutturare il Museo secondo gli standard previsti dalle moderne tecniche espositive, se è facilmente accessibile e se garantisce un buon livello di servizi di accoglienza e di informazione. E’ stato realizzato un bookshop? C’è una caffetteria? Vengono organizzate attività didattiche per i più piccoli? Vogliamo inoltre analizzare la ricaduta che il miglioramento del Museo ha avuto sui flussi turistici e se e quanto sono aumentati i visitatori. E vorremmo anche comparare questi dati con quelli relativi a contesti simili, per capire se ci sono margini di miglioramento. Interessante sarà quindi la comparazione degli ingressi nel periodo precedente all’investimento pubblico con quelli successivi. Vorremmo che, dalla restituzione della nostra analisi alla città, nascesse nei cittadini una maggiore consapevolezza dell’importanza del nostro Museo per lo sviluppo del territorio e una maggiore attenzione agli investimenti che lo riguardano. Vorremmo che tutti i marsalesi sentissero questo spazio come proprio e che si rafforzasse il suo legame con la città. Siamo convinti che questo “controllo civico” garantirebbe maggiore attenzione negli investimenti e servizi migliori. Solo così il Museo potrà diventare una calamita per i turisti e contribuire realmente al rilancio di Marsala come destinazione turistica.